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È possibile ammalarsi di cambiamento climatico?

 

Il clima sta cambiando, portando con sédevastanti effettisul nostro pianeta. Accendendo la tv in questi mesi, si sono viste scorrere immagini di fiumi in secca, di incendi vastissimi e ghiacciai che stanno scomparendo, mentre si coloravano di rosso o nero i territori bollenti dei Paesi e sugli schermi venivano proiettati numeri spaventosi per segnalare le temperature esageratamente elevate che sono state raggiunte. Tutti sintomi (forse ormai incurabili) di unpianeta colpito da una malattiache non lascia più scampo: è ilcambiamento climatico. È un killer spietato che aveva già lanciato segnali d’allarme in passato, sottovalutati dai più o spesso e volentieri ignorati. Ma se ora si scoprisse che la malattia delcambiamento climatico incide anche sulla salutedell’uomo? Non è una visione catastrofica della vita umana e lontana anni luce da noi, questa: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, stima che entro il 2030 idanni causati dal cambiamento climaticoa livello globale sulla salute umana possono essere stimati tra 1,7 e 4 miliardi di dollari. Malattie cardio-vascolari, problemi respiratori, disturbi derivati dall’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti sono solo alcuni dei principali rischi per la nostra salute connessi alle conseguenze dei cambiamenti climatici. È per affrontarli che nasceTrigger, un nuovo progetto di ricerca europeo guidato dall’Università di Bologna con il compito di analizzare le connessioni che legano clima, salute ed ecosistemi per offrire un nuovo servizio internazionale dimonitoraggio per la protezione della salute a livello globale. Il progetto, che coinvolge 22 partner in quindici paesi ed è finanziato con oltre 10 milioni di euro nell’ambito diHorizonEurope, «metterà a punto nuovi strumenti utili per rafforzare i meccanismi di sorveglianza e di controllo del rischio – spiega Silvana Di Sabatino, professoressa al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna e coordinatrice di Trigger – Partendo da chiare evidenze scientifiche sulleconnessioni tra clima, ambiente e salute, arriveremo aoffrire linee guida e informazioni utiliper supportare decisioni e azioni efficaci». La ricerca partirà da una serie diindagini multidisciplinariper individuare e raccogliere conoscenze approfondite sui diversi aspetti connessi al rapporto tra clima e salute. I lavori si concentreranno, in particolare, suaree direttamente colpite dagli impatti del cambiamento climatico, che stanno subendo a esempio un aumento delle ondate di calore, un peggioramento della qualità dell’aria o prolungati periodi di siccità. «Realizzeremo un ampio studio clinico internazionale, basato su un approccio multidimensionale, sfruttando anche i numerosi dati già disponibili», ha concluso Di Sabatino. Nell’attesa che gli studi diTriggerfacciano emergere i primi risultati e, si spera, le prime soluzioni per non ‘’ammalarci di cambiamento climatico’’, non ci resta che impegnarci per annientarlo, o quantomeno indebolirlo. E questa volta sul serio, perché contro di lui non esiste vaccino che tenga né medicina che curi.

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