Nel raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030dell’Onu relativi allo sviluppo sostenibile, l’Italia è indietro rispetto alla media europea:su lavoro, disuguaglianze, pace, giustizia e istituzioni solide. Il nostro Paese si posiziona sotto alla media in materia di lotta alla povertà (goal 1), istruzione di qualità (goal 4), acqua pulita (goal 6), imprese, innovazione e infrastrutture (goal 9), città e comunità sostenibili (goal 11), partnership per gli obiettivi (goal 17). Si attestano sulla media europea i dati su salute e benessere (goal 3), parità di genere (goal 5), energia pulita e accessibile (goal 7), lotta ai cambiamenti climatici (goal 13) e vita sulla Terra (goal 15). Infine, spiccanoin positivola posizione del Bel Paese suagricolturaealimentazione(goal 2, “Sconfiggere la fame”) e sul goal 12, “Consumo e produzione responsabili”, mentre per il goal 14 (“La vita sott’acqua”) mancano i dati. Questo è quanto emerge dal report«La situazione dell’Unione Europea rispetto agli SDGs»(Sustainable Development Goals),elaborato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile(Asvis) e presentato a giugno 2022. Lo studio – basato sui datiEurostat– ha confrontato i 27 Paesi dell’Unione Europea lungo il decennio 2010- 2020 per offrire una valutazione quantitativa dell’impatto della pandemia sul raggiungimento degli obiettivi(la situazione complessiva a livello europeo ha subìto un deciso rallentamento a causa degli effetti della diffusione del Covid-19). Salute, benessere e parità di genere Per quanto riguarda il primo goal (”Sconfiggere la povertà”) l’Italia si è posizionataquintultimanel 2020(senza miglioramenti dal 2010), al di sotto della media Ue nell’ultimo anno disponibile, soprattutto a causa di un alto numero di persone a rischio povertà (20% nel 2020 contro 16,6% Ue). La situazione è migliore, invece, nel caso del goal 2 (”Sconfiggere lafame”): nel 2020 si è posizionata cometerzoStato in Europa,registrando anche la quinta miglior variazione nel decennio 2010-2020 tra le Nazioni europee. Questo grazie a una maggiore superfice adibita a coltivazioni biologiche (16 nel 2020 contro il 9,1 dell’Ue) e a un valore aggiunto nell’agricoltura (2.433,5 euro nel 2020 contro i 1.097,1 europei). L’Italia si è poi posizionataal livello della media europearelativamente al goal 3 (”Salute e benessere”). In particolare, a livello nazionale si è osservato un più basso numero di posti letto per abitante rispetto all’Ue, una maggiore aspettativa di vita e un più basso tasso di mortalità preventivabile. Passando invece al goal 4 (“Istruzione di qualità”), il nostro Paese ha mostratomiglioramenti in linea con la media europeatra il 2010 e il 2020, sebbene nell’ultimo anno disponibile si sia confermato ancora lontano dalla stessa. Secondo quanto riporta l’indagine, la causa è da riscontrare principalmente nel basso tasso di laureati (la percentuale è del 28,9 contro il 40,5% dell’Ue nel 2020) e in un numero significativo di persone che hanno completato al massimo la scuola secondaria di primo grado (37,1% contro il 21% nel 2020 per l’Ue). Tutti i Paesi sono migliorati nell’ambito del goal 5 (”Parità di genere”) nel decennio 2010-2020.Irlanda e Italia hanno registrato l’andamento migliore,in particolare grazie all’aumento delle laureate nell’ambito delle disciplineScience, technology, engineering and mathematics(Stem) per la prima (+13,9 punti percentuali), e all’incremento delle donne che lavorano in posizioni managerialiper la seconda (+31,6 punti percentuali). Inoltre, per il nostro Paese il più basso tasso di occupazione femminile (52,1% contro il 66,1% dell’Ue nel 2020) è stato compensato da un minore divario salariale di genere (4,2% contro il 13,0% europeo). Problematica è stata invece la situazione dell’Italia in relazione al goal 6 (”Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”) che, secondo l’ultimo dato disponibile del 2019, èregreditarispetto alla misurazione del 2010, allontanandosi ulteriormente dalla media Ue: si è infatti riscontrato un più alto livello di sfruttamento delle acque e uno più basso di trattamento di quelle reflue. Nel caso del goal 7 (”Energia pulita e accessibile”) l’Italia ha evidenziatomiglioramenti in linea alla mediae si è mantenuta nel 2020 a un livello poco superiore a essa. È stata registrata da un lato una più alta produttività dell’energia (10,3% contro l’8,6% euro per kg di petrolio equivalenti dell’Ue nel 2020); dall’altro, una più bassa quota di energia da fonti rinnovabili (20,4% contro 22,1% dell’Ue nel 2020). Occupazione giovanile e disuguaglianze di reddito Relativamente al goal 8 (”Lavoro dignitoso e crescita economica”) in Europa è diminuita la quota di disoccupati di lungo termine e quella di part-time involontario: rispettivamente si è abbassata di 5,5 e 18,5 punti percentuali. A causa del peggioramento di questi indicatori, la Grecia e l’Italia sono stati gli unici Paesi a misurare unavariazione negativatra il 2010 e il 2020. Il nostro Paese si è assestato alpenultimo posto in Europaa causa di una più alta quota di part-time involontario (5,1% contro il 2,5% dell’Ue nel 2020), di Neet, ovvero persone non attive in istruzione, lavoro e formazione (23,3% contro il 13,7%) e di un basso tasso d’occupazione (61,9% contro 71,7%). Nel 2020 si è registrato un miglioramento rispetto al 2010 per il goal 9 (“Imprese, innovazione e infrastrutture”) ma con unlivello inferiore rispetto alla media, confermandosi ancora distante da quest’ultima. Tali problematiche sono dovute principalmente a unabassa quota di connessioni a banda larga (33,7% contro il 59,8% dell’Ue nel 2020) e di risorse specializzate in scienze e tecnologie (38% contro il 48%). Sono state evidenziate criticità rispetto al goal 10 (”Ridurre lediseguaglianze”) in confronto alla media europea, da cui l’Italia è ancora molto lontana, posizionandosi alpenultimo postotra i membri dell’Ue. Questa situazione è dovuta principalmente dal basso tasso di occupazione giovanile (67,7% contro l’84,8% europeo) e dalla maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito (in Italia nel 2020 il 20% più ricco della popolazione ha 6,1 volte un reddito maggiore rispetto al 20% più povero; per la media europea è del 5,2%). Per il goal 11(”Città e comunità sostenibili”) l’Italia nel 2019 ha registrato lo stesso livello del 2010, mantenendosial di sotto della media Uea causa di una più alta quota di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento (28,3% contro il 17,1% europeo nel 2019). Positivo l’andamento del goal 12 (”Consumo e produzione responsabili”), per cui il Paese si è posizionato nel 2020 al disopra il livello medio europeoe al secondo posto (seguendo l’Olanda) grazie a un più alto tasso di circolarità della materia (21,6% contro il 12,8% in Ue nel 2020), a una maggiore produttività delle risorse e a un più basso consumo di materia pro-capite. Nel caso del goal 13 (”Lotta contro il cambiamento climatico”) l’Italia hasuperatola media europea,registrando per il decennio 2010-2020 un leggero miglioramento (le emissioni di gas serra nel 2020 sono state pari a 5,7 tonnellate pro-capite contro le 7,1 europee). Una variazione italiana negativa ha riguardato il goal 15(“Vita sullaTerra”): il nostro Paese si è posizionato ancoraal di sotto della media Ue, avendo registrato una minore copertura forestale e una maggiore copertura di suolo (ma nell’ultimo decennio ha impermeabilizzato meno suolo rispetto alla media europea). Criticità rispetto al goal 16(”Pace, giustizia e istituzioni solide”), dove l’Italia si è classificata alpenultimo posto in Europa, molto distante dal dato medio, a causa di una maggiore durata dei procedimenti civili e commerciali (527 giorni nel 2018 contro la media Ue di 297) e di una più bassa quota di persone che utilizzano servizi e-government via web (17% contro il 38% europeo). Infine, il goal 17 (”Partnership per gli obiettivi”): media peggiorata rispetto a quella Ue, soprattutto a causa dell’aumento del debito pubblico (155,6% contro il 90,1% europeo nel 2020).
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