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Cervello in fuga? No problem. Puoi votare facile all’estero

 

L’articolo 48 della Costituzione e la Legge Tremaglia «Sono elettori tutti i cittadini,uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto divoto dei cittadini residenti all’esteroe ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizioneEsteroper l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge». Questo articolo della Costituzione, il numero 48, sancisce ildiritto di voto. In particolare, il comma tre è stato introdotto con la legge costituzionale del 2000 per permettere e regolare il voto dei cittadini e delle cittadine non residenti in Italia, che avviene per la prima volta nel 2003, in concomitanza con due referendum. Sulla base dell’articolo 48, nel 2001 è stata approvata a cosiddettalegge Tremaglia(da Mirko Tremaglia, ministro per gli italiani nel mondo). Grazie alla sua battaglia, ə italianə all’estero possonovotare per corrispondenzaalle lezioni del Parlamento e ai referendum nazionali previa la registrazione della loro residenza all’estero presso il consolato di competenza e l’iscrizione all’anagrafe degli italiani residenti all’estero(AIRE), istituita nel 1990 (legge n. 470 del 27 Ottobre 1988). Il funzionamento riprende quello usato per le elezioni politiche in Italia dal 1946 al 1993, che prevedeva che si scrivesse il nome del candidato preferito, per questo noto come voto di preferenza. Rimane però il fatto che questa legge non copre le elezioni del parlamento europeo, le elezioni regionali e amministrative e i referendum regionali e comunali. Se il numero di italianə all’estero è aumentato, ciò si deve anche proprio al fatto di poter usufruire dei consolati, senza essere legatə al comune di residenza all’estero. La legge Tremaglia viene applicata per la prima volta durante le elezioni politiche del 2006. A circa 1 milione di italiani e italiane all’estero vennero riservati 12 dei 630 seggi della Camera e 6 dei 315 del Senato, partizione che è in uso ancora oggi. La nascita dell’AIRE Questo organo vieneistituito con la legge n.470 del 27 ottobre 1988per gestire i dati dei cittadini e delle cittadine italiani residenti all’estero, definizione che vale per chi vi risiede per più di dodici mesi. Questo avviene collegando le amministrazioni comunali con i consolati all’estero, perché si possano passare le informazioni. Questo passaggio è fondamentale per ricevere le schede di voto all’estero, a meno che non ci si trovi temporaneamente ma per più di 3 mesi. Infatti, per chi si trova in questa situazione, dal 2016 è possibile fare richiesta al comune di residenza, senza iscriversi all’AIRE. E prima? Fino al 2001 unə italianə residente all’estero, se intenzionatə a votare, era obbligatə arientrare nel comunenelle liste elettorali del quale risultava iscrittə. L’unica eccezione riguardava le elezione del Parlamento Europeo: già dalle prime elezione del 1979, italiane e italiani residenti in un Paese membro potevano votare in tre modi: 1)con la scheda nazionale del Paese estero in cui si trovano, dopo aver fatto richiesta e venendo inclusi nell’elenco del comune estero; 3) votando presso il consolato di competenza che mette a disposizione dell’elettore la scheda di una delle cinque circoscrizioni italiane per il parlamento europeo (insiemi di regioni a cui vengono assegnati i seggi in base alla popolazione). Inoltre, grazie alla legge Tremaglia, il disincentivo per chi abitava più lontano, dato dal fatto che lo sconto previsto dallo Stato italiano per i viaggi con finalità di voto è valido all’interno del territorio nazionale, è venuto meno.

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