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Nevada: c’è una City nel deserto

 

Si chiamaCity, ma non è quello che ci si aspetterebbe. Si sviluppa in uno dei punti più remoti deldeserto del Nevada:la strada asfaltata più vicina è a un’ora circa di macchina. È un monumento di dimensioni gigantesche, ispirato ad antiche rovine mesoamericane, in particolare quelle della cultura olmeca. Non è un caso: l’autore della mega scultura nella contea di Lincoln èMichael Heizer, capostipite della corrente diland artinsieme a Walter De Maria, Robert Smithson e Dennis Oppenheim. Figlio di un famoso archeologo, studioso delle civiltà egiziana, maya e precolombiana, frequenta ilSan Francisco Art Institutee, dopo essersi dedicato per alcuni anni alla pittura e alla scultura, si focalizza sulleinstallazionidi grandi dimensioni. Tra le sue opere più celebri si annovera ilDouble Negative, una trincea lunga 535 metri, scavata lungo il canyon della Mormon Mesa, sempre in Nevada. A50 anni dall’inizio dei lavori– era il lontano 1972 – finalmente il sito, con la più grande opera d’arte mai costruita finora, sarà aperto ai visitatori il 2 settembre. Nella valle desertica sorgono una serie di complessi spogli, un’impressionante via di mezzo trastrutture futuristiche e antiche rovine, in un gioco diluci e ombreaccuratamente studiato, che varia durante l’arco della giornata. Un luogo pensato per essere percorso a piedi, lentamente. Il primo tratto della città,Complex One, ricorda la forma di un altare. L’altro monumento, chiamato45°, 90°, 180°, è costituito da una piazza di cemento che fa da basamento a diverse file di triangoli e rettangoli di misure crescenti e complementari fra loro. Heizer ha concepito il progetto in un impeto dicinismo apocalitticosulle ricadute discelte politiche sull’ambiente, nell’angoscia del futuro, durante la guerra del Vietnam. Allo stesso tempo, come spiega ilNew York Times,si trattava di un atto d’amore e un omaggio a quei luoghi. L’idea è nata quando ilmovimento ambientalista cominciava a muovere i primi timidi passi negli Usa. Per questo Heizer, sostenitore dell’energia solare dagli anni ‘90, ha costruito un ranch per essere completamente autosufficiente e ha poi trasportato su un camion terra e rocce, e non marmo o bronzo, nel luogo in cui volveva realizzare la sua opera.

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