Sarà capitato un po’ a tutti, durante una passeggiata per le strade di campagna, di trovarsi a tu per tu con un ‘’terribile’’ nemico: ilbombo. Sì, proprio quell’insetto così simile a una malefica ape, ma più paffuto e peloso, a tratti goffo e assolutamente innocuo se lo si ignora. È un importanteimpollinatore, fondamentale (come tutti i suoi simili) per l’ecosistema, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con qualche problema di salute dovuto a unforte stress. Indubbiamente stacanovisti, ma non stressati dal loro quotidiano lavoro: il problema è, infatti, ilcambiamento climatico, che stressa i bombi e li deforma, con un impatto sia nella fase di sviluppo larvale che sugli individui già adulti. È l’ultima scoperta venuta alla luce grazie auna ricercapubblicata suJournal of Animal Ecology. Nati per vivere in un ambiente mite o fresco e relativamente intolleranti alletemperature estreme, infatti, i bombi hanno dovuto fare i conti con gli effetti di questo clima impazzito che ci costringe a inverni rigidissimi ed estati esageratamente afose, mettendo persino al bando le mezze stagioni. Quello che è emerso dallo studio è che, quando i bombi sono sottoposti a stress climatico, le ali di questi insetti tendono a essere asimmetriche. In particolare, livelli più elevati di asimmetria alare si sono registrati negli anni più caldi e più umidi del secolo scorso e ora le condizioni climatiche estreme del 21° secolo potrebbero essere un pericolo per lo stato di salute dei bombi. Parola del dottor Richard Gill, uno degli autori della ricerca intrapresa per «comprendere meglio le risposte a fattori ambientali specifici e imparare dal passato per prevedere il futuro ed essere in grado di prevedere dove e quando i bombi saranno più a rischio e mirare a un’azione di conservazione efficace», comeha spiegatoil dottor Andres Arce. Ancheun altro studio,pubblicato suMethods in Ecology & Evolutionsta attualmente cercando di indagare meglio i cambiamenti dei bombi nel corso degli anni, utilizzando metodi di analisi del Dna generalmente usati per studiare antichi resti umani. I ricercatori hanno fatto affidamento su resti di api conservati nei musei per studiare i genomi dei bombi risalenti a 100 anni fa e metterli a confronto con quelli dei bombi di oggi, cercando di comprenderne le differenze e i cambiamenti avvenuti nel tempo. L’obiettivo è quello di trovare eventuali modifiche dei genomi, rapportarle allo stato climatico degli anni di riferimento del bombo studiato e comprendere come intere popolazioni di bombi si siano adattate o meno ai cambiamenti climatici modificando la propria conformazione fisica. In attesa di ulteriori risultati, non ci resta che la triste constatazione che sì,lo stress fa male alla salute. E i bombi, con le loro ali asimmetriche, ne sono l’esempio più evidente.
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