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La democrazia è un processo evolutivo

 

Dopo l’approvazione al Senato americano dellacomplessa legge proposta dal governo di Joe Bidenper rispondere all’emergenza climaticaeriformare il fisco, sono ovviamente fiorite le valutazioni contrastanti. Per alcuni, è stato un grande successo per l’amministrazione di Biden, uscita rafforzata in vista delle prossimeelezioni legislative. Per altri è stato colpo alla libertà d’impresa. Per altri ancora è troppo favorevole ai petrolieri. Di sicuro, è frutto di un compromesso. Difficile immaginare lademocraziase non come sistema per la produzione di compromessi. Ma è chiaro che quei compromessi sono tanto più ragionevoli quanto più le forze che si contendono la capacità di influenzare le decisioni riescono a trovare una soluzione che risponde al bene comune. Il che alla fine è una questione di metodo. Un metodo che deve servire contemporaneamente all’esigenza di definire il bene comune e di trovare il consenso per perseguirlo. Molti pensano che questo metodo sia sempre una questione di opinioni contrastanti e di rapporti di forze per imporle. Ma bisogna riconoscere che per alcuni temi fondamentali il bene comune è definito a livello costituzionale. Si tratta di argomenti essenziali come lasalvaguardia dei diritti delle minoranzedallo strapotere della maggioranza che si estendono, nei diversi contesti storici, allalibertà di espressione e di informazione, alla giustizia sociale e al rispetto delle diversità culturali. Recentemente, per esempio in Italia, la costituzione ha accolto l’equilibrio delbilancio pubblicoe lasalvaguardia dell’ambientecome argomenti fondamentali per il bene comune. Il metodo che ha portato all’introduzione di quei principi costituzionali si è riferito alla conoscenza scientifica, in particolare all’economia e all’ecologia. Tutto questo aiuta a ricordare che la democrazia non è quel sistema per cui i cittadini vanno a votare ed eleggono i loro rappresentanti. A votare ci andavano anche i cittadini dell’Iraqdel dittatoreSaddam Hussein, ci vanno i russi dell’ambiguo regime putiniano, ci andranno gli abitanti diHong Kongsempre meno liberi di scegliere. Le elezioni sono parte di una costruzione costituzionale che ha lo scopo digarantire la libertà dei cittadinidi partecipare alle scelte collettive contro ogni tentativo del potere di impedirlo. Il principio essenziale di una sana architettura democratica – nell’epoca moderna – è stato anticipato dal filosofo e medico ingleseJohn Lockeper essere poi formulato nell’Esprit des lois, il capolavoro diMontesquieu. In quell’opera, l’autore sosteneva che il potere va diviso nelle sue componenti fondamentali – l’attività di governo, la produzione di leggi, l’amministrazione della giustizia – che devono funzionare in modo tale che nessuna prenda il sopravvento. Il principio è valido anche oggi. Ma la democrazia è un processo in continua evoluzione. E il sistema degli equilibri di potere deve aggiornarsi di fronte alle trasformazioni del potere. Dai tempi dell’illuminismo, hanno acquisito importanza crescente i poteri di coloro che controllano i mezzi di comunicazione, per esempio. Chi può influire sull’informazione, chi può modificare le emozioni collettive, chi può governare la conflittualità tra i gruppi sociali ha un grande potere politico. E occorre tenerne conto nell’architettura degli equilibri tra i poteri. Allo stesso modo, con la rivoluzione industriale e poi con la crescita dell’economia finanziaria, si è accresciuto il potere delle grandi aziende multinazionali, capaci di svilupparsi operando in diversi sistemi politici e influendo sulle loro scelte in molti modi. Il compromesso raggiunto dall’amministrazione di Joe Biden è stato particolarmente difficile a causa dellarisicatissima maggioranza democratica al Senato, tale che due soli senatori democratici come Kyrsten Sinema e Joe Manchin, potevano associarsi ai repubblicani e bloccare l’approvazione della legge. Tra i finanziatori di questi Sinema e Manchin ci sono aziende che tipicamente finanziano i repubblicani, come Fox News, American Petroleum Institute, NextEra Energy e molte altre. Complessivamente questi senatori raccolgono decine di milioni di dollari nel corso delle loro campagne e non si può immaginare che i finanziatori non pensino al ritorno sull’investimento. È chiaro che la trasparenza delle attività di lobby fa parte della qualità di una democrazia. E la libertà di finanziare i politici non è in discussione. Ma la questione dell’equilibrio dei poteri finanziari e legislativi è diventato un argomento da approfondire.

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