“Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare” recita una celebre canzone degli anni Sessanta. Più di sessant’anni dopo, l’offerta delle spiagge gestite è decisamente cresciuta in Italia, mentre trovare un angolo di costa libero lungo lo Stivale sta diventando un’impresa. Leconcessioni balneari- racconta ilreport “Spiagge 2022” di Legambiente- ormai toccanoquota 12.166. Quasi la metà delle coste sabbiose (il 46%) oltretutto è soggetta aderosione, mentre il 7,2% è interdetto alla balneazione per inquinamento, il tutto in un contesto sempre più complicato per chi va a caccia di spazi “liberi”. Nel tempo, tra concessioni permesse con troppa facilità e pezzi di litorale svenduti, alcune regioni italiane hanno riempito le coste di stabilimenti a tal punto da lasciare pochissimi spazi liberi: in Liguria, Emilia-Romagna e Campaniaquasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari, percentuali da record a livello europeo. Addirittura, fa sapere il report, nel Comune di Gatteo, in provincia di Forlì e Cesena,tutte le spiagge sono in concessione. A Pietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) la quota èoltre il 90%e rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate. Il problema, oltre a una mancata trasparenza anche a livello di documenti, è che «non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione» spiegano da Legambiente. «Nel Belpaese – sostengono dal Cigno verde a pochi giorni dall’approvazione delDdl concorrenzache pone fine alla proroga alle concessioni balneari fissando l’obbligo di messa a gara dal primo gennaio 2024 – è sempre più difficile trovare una spiaggia libera dove prendere ilsole. A pesare un mix di fattori: la crescita in questi anni delle concessioni balneari e l’aumento dell’erosione costiera, con i tratti di litorale soggetti a erosione triplicati dal 1970». Fra le criticità di questa Italia balenare tutta occupata da ombrelloni e lettini, c’è anche la questione di «canoni per buona parte ancora irrisori, la non completezza dei dati sulle aree demaniali e soprattutto l’assenza di un regolare e affidabile censimento delle concessioni balneari e in generale di quelle sul Demanio marittimo». A oggi, nonostante le novità che grazie al nuovo ddl partiranno dal 2024, «sono ancora molti gli ostacoli da superare per garantire una gestione delle coste attenta alle questioni ambientali» ribadisce l’associazione ambientalista. Ecco perché servono5 passaggi chiave, secondo Legambiente, «affinché nella prossima legislatura si arrivi ad avere finalmente una legge nazionale per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge e allo stesso tempo un quadro di regole e un quadro di regole certe che premino sostenibilità ambientale, innovazione e qualità». Quali sono questi passaggi? «Garantire ildiritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, premiare laqualitàdell’offerta nelle spiagge in concessione, ristabilire lalegalità e fermare il cemento sulle spiagge, definire una strategia nazionale controerosione e inquinamentoe un’altra per l’adattamento dei litorali alcambiamento climatico. Sarà fondamentale per questo dare gambe ai decreti attuativi del Decreto Concorrenza per far sì che le prossime procedure di affidamento delle concessioni siano finalmente trasparenti». Tra tante cose che non vanno, ci sono però anchebuone notizie. Alcuni stabilimenti stanno infatti virando verso una impronta green necessaria per il bene dell’ambiente, soprattutto nella lotta all’erosione costiera. Tra questi alcuni impianti in Sardegna si stanno impegnando nel riforestamento dellaposidonianel Golfo degli Aranci oppure c’è il Piano Comunale delle Coste di Lecce che prevede ilmonitoraggio permanentedell’erosione costiera, la protezione e ricostruzione dei cordoni dunali. Oppure a Rimini il Parco del Mare, dove si tentano di rigenerare le coste, o in Veneto l’Associazione Unionmare Veneto porta avanti percorsi virtuosi che interessano le spiagge di Bibione, Jesolo, Caorle, Venezia, Eraclea, Sottomarina e Rosolina.
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