Siamo ancora troppo dipendenti dagas e petrolio,lerinnovabilicrescono ma la percentuale resta ancora bassa. Questo il quadro che esce dallaRelazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale, con dati riferiti al 2021, pubblicata dallaDirezione Generale Infrastrutture e Sicurezza del Ministero della Transizione Ecologica. Il rapporto ci dice che nel 2021 l’approvvigionamento energetico dell’Italia è stato costituito peril 40,9% dal gas naturale, per il 32,9% dal petrolio e per il 19,5% da fonti rinnovabili (FER). Lo scorso anno, prima della guerra in Ucraina e dopo il periodo più complesso di pandemia, il settore energetico ha registrato una domanda pari a 153.024 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio, unaumento del 6.2%rispetto all’anno prima. Osservando le fonti di energie pulite, le rinnovabili sono state usate soprattutto per produzione di energia elettrica e di calore (anche con biocarburanti) e l’incidenza sui consumi finali lordi è stimata al 19%.In calo invece l’idroelettrico, -5,9% rispetto al 2020: un dato collegato anche asiccitàe assenza di precipitazioni,destinato ad acuirsi ancor di più in questo 2022 di forte crisi idrica. Nonostante tutto, nel 2021 l’idroelettrico ha contribuito alla produzione di energia per il 15,7%. Crescono invece l’eolico e il fotovoltaicoche insieme hanno raggiunto la copertura del16,1% della produzione lorda. Pur rimanendo la fonte termoelettrica tradizionale, quella a copertura maggiore del fabbisogno, la fonte eolica lo scorso anno ha raggiunto il record storico di quasi 21 TWh di produzione. In generale, l’impiego finale di energia nel nostro Paese lo scorso anno è aumentato dell’11,4%: i trasporti hanno segnato un aumento del 22,1% mentre l’industria del 6,7%. Rimaniamo però decisamentedipendenti – dal punto di vista energetico – dall’estero: «La dipendenza, calcolata come percentuale del fabbisogno energetico nazionale soddisfatto con le importazioni nette si attesta al 74,9%» si legge nella presentazione del report. In particolare il rapporto precisa che «si conferma la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere: nel 2021 la produzione nazionale di fonti energetiche è diminuita complessivamente del 3,4% mentre le importazioni nette di energia sono aumentate dell’8,3%. La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, è aumentata: dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021». Se si osserva come è stato coperto ilfabbisogno di energia elettricarisulta che sia stato soddisfatto perl’86,5% dalla produzione nazionale e e per il restante 13,5% dalle importazioni nette dall’estero, per un ammontare di 42,8 TWh (in crescita del 32,9% rispetto all’anno precedente). Resta comunque ancora bassa la produzione di energia elettrica da fonti “pulite”. Il maggior apporto alla produzione è infatti rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile (il 59,7% del totale dell’energia prodotta), con il 6,1% da impianti alimentati con combustibili solidi, il 3,8% con prodotti petroliferi e altri combustibili e il 49,9% da impianti alimentati con gas naturale. Per fortuna però, grazie agli incentivi, comincia ad aumentare il numero diimpianti green:«A fine 2021 il totale degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili incentivatiha raggiunto il milione di unità, per una potenza di circa 38 GW e un’energia rinnovabile incentivata di 65 TWh» si legge nel testo, con l’aggiunta del fatto che le ricadute occupazionali legate alle rinnovabili «si sono attestate intorno alle 14.000 unità di lavoro (ULA) per le FER elettriche e alle 29.300 ULA per le FER termiche». A livello ditrasportiinvece – nonostante le previsioni di stop alle vendite di auto a benzina o diesel nel2035- a oggi siamo ancora quasitotalmente dipendenti dai prodotti petroliferi. Nel 2021 infatti hannocostituito il 90% dei consumi complessiviper trasporto, in particolare il diesel (60%). Infine, uno sguardo allefamiglie italiane: lo scorso anno abbiamo consumato 49.479 ktep di energia (il 5,8% in più rispetto all’anno precedente) spendendo 75,9 miliardi di euro (+17,4%). Il 65,9% dell’energia viene consumata per usi domestici e il restante 34,1% per trasporto privato. Secondo il ministero «la spesa energetica della famiglia tipo ammonta a 3.308 €(con un aumento di 462 € rispetto al 2020) ed è riconducibile per il 46% all’acquisto di carburanti (incremento spesa di 164 €), per il 34% alla bolletta per il gas (in incremento di 151 €) e per il 19% alla bolletta elettrica (incremento di 148 €). Nello stesso anno la famiglia tipo ha contribuito con 107 €, ovvero con il 3% della propria spesa energetica complessiva, a finanziare gli incentivi per la promozione della sostenibilità».
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