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Le Filippine tornano a tremare

 

Oltre cento edifici distrutti, quattro persone decedute, almeno una sessantina di persone ferite e il terrore di un grande sisma in arrivo che aleggia per tutto il Paese. Questo il primo bilancio delterremoto che ha colpito le Filippine settentrionali,di magnitudo 7 con epicentro nella provincia di Abra, avvenuto intorno alle 8.43 (ora locale) secondo l’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia. Questo (della profondità di circa 10 chilometri) ha portato adiverse interruzioni di corrente, soprattutto nelle isole settentrionali (come a Luzon), e in circa 15 città le strade sono diventate impraticabili a causa dei danni e dei detriti. Ilterremotoè stato avvertito anche nella capitale Manila ma ha interessato soprattutto la regione nord-occidentale di Ilocos e le zone di montagna. Dalle prime segnalazioni si parla dialmeno 100-150 edifici crollati o danneggiati, tra cui diverse chiese e un’antica torre di Bantay a Vigan City, nella zona di Ilocos Sur. Si tratta di un edificio costruito a fine 1500 dai coloni spagnoli come vedetta, poi trasformato in campanile. Inoltre, tre ponti sono stati distrutti ad Abra. Subito dopo il sisma è intervenutoil presidente Ferdinand Marcos Jr.nel tentativo di calmare la popolazione in preda alla paura: «Ci stiamo assicurando che ci sia una risposta adeguata ai bisogni dei nostri connazionali colpiti da questo disastro», ha affermato in una nota. Nelle Filippine aleggia ancora lo spettro delterremoto del 1990, di magnitudo 7.7, in cuimorirono almeno 1600 persone. Il Paese si trova lungo quello che è chiamatoRing of Fire, una sorta di percorso ad anello nell’OceanoPacificocaratterizzato da forti terremoti ed eruzioni vulcaniche: qui, si ha sempre paura per il possibile arrivo di un gigantesco terremoto, che potrebbe verificarsi in caso di spostamento della faglia (l’ultima volta fu nel 1658). Nella zona dell’anello di fuoco ogni anno si contano circa7.000 sismi, la maggior parte dei quali però di intensità moderata. Anche per questo il presidente filippino, parlando oltretutto di rischio terremoti «più frequenti», ha annunciato che sosterrà la creazione di un dipartimento per la resilienza a disastri di questo tipo. A Manila, nel frattempo, lavoratori e residenti sono stati evacuati dagli edifici per sicurezza e sono stati radunati nelle strade, e così anche in molte altre città del Paese. Almeno una sessantina le frane innescate dal sisma, con la popolazione che sta aiutando gli operatori e le forze dell’ordine locali nel tentativo di rimuovere i detriti. Anche se ci saranno scosse da assestamento, al momentonon è stato emesso alcun avviso di tsunami. In una delle zone più colpite, quella di Abra, i politici locali spiegano però che il sisma «ha già causato danni a molte famiglie», parlando diemergenza socialeche dovrà essere affrontata immediatamente.

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