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Il grido di Draghi sulla tragedia della Marmolada: «Mai più»

 

“Mai più” è il messaggio che esce con forza dopo la tragedia. All’indomani deldistacco di un enorme blocco di massa e ghiaccio dallaMarmolada,mentre si continuano a cercare senza sosta possibili superstiti, il messaggio portato dal premier Mario Draghi che ha raggiunto Canazei è quello di remare tutti in una nuova direzione: «Il governo – ha detto Draghi – deve lavorare perché non accadamai più quanto avvenuto». In maniera netta e precisa, seppur come risposta a una situazione emergenziale anziché aver accelerato prima dei piani concreti e immediati per arginare la crisi climatica come richiesto ormai da anni dalla scienza, le parole di Draghi appaiono come una reazione di scatto che dovrà però trovare una risposta politica forte e istantanea se vorremo davveroevitare nuovamente tragedie del genere. Mentrele vittime accertate sono salite a sette,i feriti gravi almeno due e sarebbero oltre 13 le persone disperse (per fortuna sembra scongiurata l’ipotesi che fra le vittime ci fosse anche un bambino), il premier spiega commosso che «questo è un dramma che certamente ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende daldeterioramento dell’ambientee dallasituazione climatica. Il governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimentiperché quanto accaduto abbia una bassissima probabilità di succedere e anzi venga evitato.Bisogna prendere dei provvedimentiaffinché quanto accaduto sulla Marmolada non accada più in Italia», ha detto. Parole che si spera non restino vuote, ma trovino concretezza a partire da piani reali di adattamento e mitigazione alla crisi climatica, così come divieti di accesso – più che necessari – per tutte quelle aree come i ghiacciai alpini dove il surriscaldamento, il suo impatto e le dinamiche conseguenti possono mettere a rischio la vita delle persone. Quando nel 2021 crollò in febbraio una parte del ghiacciaio dell’Himalaya, uccidendo centinaia di persone, i residenti dei villaggi sottostanti spiegarono di aver segnalato più volte le criticità di dover vivere in zone esposte a possibili distacchi. Lo stesso oggi vale per diverse aree italiane, da quelle franose a quelle soggette aalluvioni, da quelle relative all’innalzamento dei livelli del mare sino a percorsi esposti aghiacciai sempre più instabili, che in Italia necessitano di maggiori divieti, sicurezza, manutenzione e soprattutto prevenzione. Il discorso diprevenire i possibili impattidella crisi climatica che sta accelerando, dagliincendisino alle inondazioni, dovrebbe dunque essere oggi ai primi posti dell’agenda politica, come purtroppo insegna anche la tragedia della Marmolada. Nel frattempo, mentre sono stati chiusi tutti gli accessi dell’area delle Dolomiti interessata dal crollo, quello che in queste ore si sta facendo è chiaramentecercare di riuscire a salvarequelli che potrebbero essere i superstiti, anche sele speranze sono pochissime. Le stesse ricerche sono condizionate dal maltempo, da un ulteriore rischio crolli e persino dall’impossibilità di usare i droni a causa della pioggia. Scavare fra ghiaccio e roccia è ormai quasi impossibile. «Non si scava perché il materiale che ieri è crollato, un misto di polvere, ghiaccio, roccia, si è consolidato fortemente e quindi a mano non puoi più fare nulla» ha detto Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Soccorso alpino e Speleologico. Un anno fa, in luglio, un’altra tragedia legata al clima colpiva il cuore dell’Europa, con inondazioni che in Germania e Belgio hanno portato a oltre 200 vittime. Ifenomeni intensi causati dal surriscaldamentosono ormai una evidenza planetaria che non può davvero più essere affrontata solo come risposta emergenziale. Sappiamo che se non faremo nulla continuerà a succedere, dunque dobbiamo investire e preparaci per questo. «Anche oggi – chiosa il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans commentando l’incidente – abbiamo visto una tragedia in Italia a causa del cambiamento climatico e ormai vittime ci sono quasi tutti i giorni. Siamo in piena crisi e affinché questa crisi non diventi incontrollabiledobbiamo cambiare il nostro comportamento».

Redazione

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