Circa5,6 milioni di persone in Italia vivono in condizione dipovertà assoluta: stiamo parlando del7,5% della popolazione. Idatidiffusi dall’Istat delineano un trend preoccupante, aggravato dallapandemia. Guardando alla città di Milano, secondo un’indagine realizzata daFondazione di Comunità di Milano Città, Sud Est, Sud Ovest e Adda Martesana,condottasu un campione di 42 famigliecon figliə minorenni sostenute dalprogramma Cuore Visconteo, il35%sta affrontando una situazione dipovertà mai sperimentata prima. Il 40,5% non dispone delle risorse necessarie per l’acquisto del ciboe il 28,6% non può far fronte allespese sanitarie. Il 45,2% è in arretrato sul pagamento delle rate d’affitto e delle utenze. Il 26% non riuscirebbe a far fronte aspeseimpreviste. Inoltre, il 66,7% sostiene di averedebitie di questa quota il 19% è oggetto di provvedimenti giudiziari legati alla situazione debitoria. Il 48,5% riceve unsostegno economicodalla famiglia allargata, il 40,6% da amicə e il 56,2% e il 45,5% rispettivamente daorganizzazioni no profite daiservizi sociali. «I dati di questo primo anno di Cuore Visconteo, tracciati grazie a un monitoraggio costante, dimostrano l’efficacia crescente delle azioni diintervento contro le povertà. Un esempio? La maggior parte dei nuclei familiari entrati in contatto con l’equipe socioeducativadi Cuore Visconteo non sono segnalati dai servizi sociali, ma chiedono sostegno in modo autonomo, facendoemergere povertà sommersecui nessuno prima dava risposte», commenta Filippo Petrolati, direttore di Fondazione di Comunità Milano Città, Sud Est, Sud Ovest e Adda Martesana. «Questo è una delle finalità del programma: grazie a un network che coinvolge circa 30 organizzazioni con competenze diverse e complementari, il territorio sta costituendo un modello di welfare di comunità capace di intercettare le priorità e rispondere ai bisogni emergenti su impulso e con il supporto della nostra Fondazione», ha aggiunto. In base ai dati presentati dalla Fondazione, sono909 i nuclei familiariad aver ricevuto gliaiuti alimentariper un valore di oltre 220.000 euro; inoltre 240 genitori e 153 bambinə hanno partecipato alaboratori educativi e volti alla socializzazione. Un altro problema da non sottovalutare è rappresentato dallapovertà educativa, che incide sulla capacità delle fasce d’età più giovani di coltivare le proprie aspirazioni e i propri talenti. Il rischio è quindi quello di innescare un circolo vizioso generazionale. Guardando alla media nazionale, ci sono oltre 1.200.000 bambinə che vivono in condizioni di grave indigenza: è chiaro che le difficoltà economiche possono creare le condizioni ideali per lapovertà educativa. Diventa infatti difficile, di fronte a incombenze come il cibo o l’affitto, permettersi i libri scolastici, una mostra o un film cinema. Tutto questo priva bambinə e ragazzə diopportunità educativee luoghi in cui dedicarsi ad attività culturali. In Italia, infatti, 1 minore su 7 abbandona prematuramente gli studi e quasi il 50% deə bambinə e adolescenti non ha mai letto un libro. A ben vedere, Milano è tra i centri urbani che offrono più opportunità da questo punto di vista, a partire dalla presenza di dispositivi elettronici nelle scuole: come riporta lo studio compiuto nel 2021 daOpenPoliseCon I Bambini, circa la metà deə studenti milanesi (44,5%) svolge la didattica in un plesso con oltre 10 pc (contro il 36-37% di Roma e Napoli).
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