«Mi dispiace informarvi cheper la prima volta durante il mio mandato sono preoccupatoper la situazione finanziaria dell’Unhcr». Le parole di Filippo Grandi, capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati,riecheggiano nella sala gremita di Ginevrain cui si è riunita la73esima sessione dell’ExCom 2022, il Comitato Esecutivo del Programma dell’Unhcr. «Se non riceveremo almeno700 milioni di dollari aggiuntivi, specialmente per le nostre operazioni più sottofinanziate da qui alla fine di quest’anno, saremo costretti a fare tagli severi con conseguenze negative e drammatiche per i rifugiati e le comunità ospitanti»,ha continuatoGrandi nel suo intervento. Ma chi sono i rifugiati?L’Unhcr li definisce coloro che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche, si trovano fuori del Paese di cui sono cittadini e non possono o non vogliono, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui avevano residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non possono o non vogliono tornarvi per il timore di cui sopra”. Laguerra in Ucrainaha stimolato «la più grande e rapida crisi di sfollati», generando milioni di nuovi rifugiati, conpiù di 7,6 milioni di personefuggite dal loro Paese a partire dall’invasione russa del 24 febbraio 2022. L’impatto del freddo, inoltre, pesa su 6,2 milioni di sfollati interni in Ucraina: «Condivido le preoccupazioni del governo per l’inverno incombente», ha detto Grandi, esprimendo particolare preoccupazione per anziani e disabili, particolarmente vulnerabili. Secondo l’Unhcr sarebberopiù di 100 milioni i rifugiati in tutto il mondo. La crisi ha dunque innalzato anche il budget necessario all’Unhcr, cheora supera i 10 miliardi di dollari, uno in più dell’anno precedente. Ma quando non viene raggiunta quella cifra, bisogna tagliare i fondi ai programmi di istruzione, di accoglienza, e così via. Grandi si è rivolto direttamente ai donatori: «Per favore fate di più». L’agenzia delle Nazioni Unite, come riportaAl Jazeera, si è impegnata molto per allargare la cerchia di benefattori,aumentando i fondi raccoltidai 421 milioni del 2019 a 1 miliardo. «Ma, come agenzia delle Nazioni Unite, creata dagli Stati membri con un mandato specifico, non possiamo fare affidamento solo sulla buona volontà di individui o aziende». Il 90% del guadagno annuo dell’Unhcr è rappresentato dai contributi dei partner governativi e dell’Unione Europea con Stati Uniti, Ue e Germania in cima alla lista dei donatori a dicembre dello scorso anno. Norvegia, Svezia,Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca forniscono la maggior parte dei finanziamenti non assegnati. Questi, però, sono stanziati principalmente per progetti specifici ealcune crisi nericevono più di altre: l’Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan e la regione del Sahel. Quelli dedicati ai rifugiati siriani è «al livello più basso di sempre», ha avvertito Grandi. «Se non manteniamo l’attenzione su tutte le crisi, se non diamo risorse adeguate a tutte le risposte, stiamo condannando i rifugiati a ulteriori difficoltà».
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