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L’inspiegabile incapacità di promuovere l’efficienza energetica

 

«Abbassare ilriscaldamentodi uno o due gradi e non tenere troppo a lungo accesal’aria condizionata. Se lo facciamo tutti, comprese le aziende, quest’anno risparmieremo dieci miliardi di metri cubi digas!». A ribadirlo ancora una volta, in unadichiarazione destinata ai cittadini europeidi pochi giorni fa, è stato il vicepresidente della Commissione Ue con delega al Clima,Frans Timmermans. Come lui, altri colleghi ai vertici europei stanno sottolineando in continuazione l’importanza dirilanciare le rinnovabili, di puntare sull’idrogeno verde, di trovare insommatutte le possibili soluzionidiapprovvigionamento energeticoche siano pulite e in grado di liberarci dalla dipendenza dellefonti fossili, come ilgas proveniente dalla Russia. Eppure,nonostante spinte e appelli,i leader del Pianeta stanno facendo ancora troppo poco, anche semplicemente nel promuovere stili di vita che i cittadini dovrebbero adottare perrisparmiare energia. Una incapacità, quella dei governi nel non riuscire a promuovere a dovere le azioni necessarie per l’efficienza energetica, che secondo il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol, è semplicemente“inspiegabile”. Con questa parola il direttore ha di recente commentato l’inazione dei politici, sostenendo che il risparmio energetico è “assolutamente essenziale” perporre fine alla dipendenza dapetrolio e gas russie ridurre drasticamente leemissioni. “Inspiegabile” anche perché, senza una promozione su quanto necessario fare,sarà difficile ridurre le bollette delle famiglie. Le parole di Birol nascono dai dati di una nuova analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia che mostra come il raddoppio del tasso di miglioramenti dell’efficienza energetica osservati nell’ultimo decenniopotrebbe ridurre, entro il 2030, il consumo energetico globale della stessa quantità utilizzata in Cina ogni anno,facendo risparmiare alle famiglie 650 miliardi di dollari. Questo ovviamente ridurrebbe anche il consumo di petrolio e gas molto più di quello che la Russia esporta nell’Unione Europea. Se si investisse in maniera mirata con le attuali tecnologie esistenti la maggiore efficienza energetica sarebbe già possibile, magari continuando a promuovereauto elettriche, pompe di calore, elettrodomestici più efficientio, così come ricordava Timmermans, rilanciando anche azioni globali attente al risparmio energetico (dai termostati abbassati sino a spostamenti ecologici). Gli strumenti dunque ci sono «ma inspiegabilmente i leader dei governi e delle impresenon riescono ad agire sufficientemente in questa direzione», dice Birol. Una spinta globale nella direzione dell’efficienza energetica che, secondo l’Agenzia,ridurrebbe anche il consumo di petrolio di quasi 30 milioni di barili al giorno(circa tre volte la produzione russa nel 2021), così come il consumo di gas e potrebbe anche contribuire a creare 10 milioni di nuovi posti di lavoro, oltre naturalmente aevitare nuove emissioni di CO2 ogni anno. Allora perché questa spinta non avviene? Appare “inspiegabile”, appunto.

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