Categories: Economia

Il carrello della spesa si svuota, come le nostre tasche

 

Se ti sembra che la solita confezione di caffè duri meno e che il flacone di detersivo che compri sempre finisca prima,non è solo un’impressione. La chiamanoshrinkflation. È un’inflazione invisibile, perché non balza all’occhio guardando il listino prezzi. Sugli scaffali dei supermercatile quantità nelle confezioni si riducono, mai costi non diminuiscono: per il cliente, però, notare piccole variazioni nel quantitativo del prodotto non è facile. Il termine deriva infatti dall’inglese “shrink” (rimpicciolire) e “inflation” (inflazione). Insomma, il carrello della spesa èpiù leggero, ma il costo non accenna ad abbassarsi. Una tendenza che già da alcuni mesi sta accelerando in tutto il mondo e colpisce prodotti di ogni tipo, dalla carta igienica, allo yogurt e alla mozzarella. Le imprese per fronteggiare l’inflazione galoppante,l’aumento dei costi di imballaggio, manodopera,trasporto e ingredienti, adottano questa strategia. Come riporta l’Associated Press, negli USA una confezione diKleenexpiccola contiene60 fazzoletti, anziché 65come qualche tempo fa. Nel Regno Unito, nelle scatole diNescafe Azera Americanoci sono 10 grammi in meno di caffè. In India, i flaconi di sapone per piattiVimcontengono 135 grammi di prodotto invece che 155. In Italia? Ilconflitto in Ucrainaha esacerbato un fenomeno che si era sviluppato già a partire dal 2021. L’impennata dell’inflazione, ai massimi storici dal 1991, ha comportato unaumento dei prezzidella spesa: fino a 373 euro in più all’anno per ogni famiglia. Il balzo dipende principalmente dalcostodell’energia, ma anche iprezzidellematerie prime alimentarisono lievitati nel giro di un mese: la frutta costa il 7,8% in più, la verdura fresca il 12%, la farina il 17,1%, e gli oli vegetali diversi da quello d’oliva arrivano al 63,5% in più. Sul finire di maggio quindi l’Antitrustha avviato una procedura per chiarire la natura dellepratiche commercialiadottate dai produttori a seguito di unespostopresentato dall’Unc lo scorso 8 aprile. Nel documento vengono citate leconfezionidi mozzarelle vendute a pezzi da 100 grammi, invece dei consueti 125, di buste di caffè contenti 225 grammi anziché 250. Ma anche, tavolette di cioccolatoridottedi 10 grammi e le bibite in bottiglia passate da 1,5 litri a 1,35. A ben vedere, la shrinkflation è unatecnica dimarketinglegittima“purché siano rispettate alcune condizioni” come ha dichiaratoGiovanni Calabrò, direttore generale alla Tutela del consumatore dell’Antitrust. Le aziende possono infatti decidere didiminuire la quantità di un prodotto a parità di dimensioni della confezione, ma deve essere aggiunta un’avvertenza sull’etichetta frontale.

Redazione

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