Unascuolache voglia dirsial passo coi tempideve essere di qualità, a basso consumo, sostenibile, inclusiva, integrata con gli ambienti esterni, connessa e interconnessa. Un luogo destinato a durare nel tempo, aimpatto ambientale pressoché nullo, rimodulabile negli spazi e negli arredi in funzione delle mutevoli attività didattiche. Ma anche una struttura confinalità aggregativee d’integrazione a beneficio non solo dei più giovani, ma dell’intera comunità. Questo, in estrema sintesi, è quanto descritto nel documentoFutura, progettare, costruire e abitare la scuola,redatto da un gruppo di lavoro istituito dal Ministero dell’Istruzione col proposito di stabilire lelinee guidaper i bandi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (17,59 miliardi di euro in totale) per laprogettazionee lacostruzionedi scuole, asili, palestre emense. Firmataridel documento sono gli architetti Renzo Piano, Stefano Boeri, Massimo Alvisi, Sandy Attia, Mario Cucinella e Cino Zucchi. Quindi Andrea Gavosto (docente e membro del Comitato tecnico scientifico del MIUR), Luisa Ingaramo (esperta in valutazione economica-finanziaria di piani e progetti), Franco Lorenzoni (insegnante e pedagogo), Carla Morogallo (direttrice generale della Triennale di Milano) e Raffaella Valente (neuropsichiatra infantile). La filosofia progettuale Secondo quanto delineato nelle linee guida del Miur, la scuola, nella sua duplice natura simbolica e pedagogica, deve essere non solo un condensato di integrazione, quindirappresentativa della comunitàa cui si rivolge, mavolano per la rigenerazioneurbana. In fase progettuale occorre cioè interpretare anche quel ruolo di presidio territoriale e civico che l’istituzione scolastica dovrebbe assolvere. Inuovi edificidovranno pertanto proporre soluzioni facilmente adeguabili aimutevoli piani didatticie contemporaneamente aprirsi all’esterno conservizi destinati alla comunità. Una struttura green I nuovi edifici devono puntare a esserea basso consumo, a partire dalle cosiddette soluzionilow tech, in grado cioè di sfruttare quanto disponibile in natura evitando dispendio di risorse extra. Strutture, quindi, in cui sia ampiamentediffusa la luce solare, in cui l’aria sia veicolata attraverso sistemi diventilazione naturalee l’energia impiegata derivi quanto più possibile dafonti rinnovabili. Edifici duraturi Considerando lo stato in cui versano molti degli attuali istituti scolastici italiani, malgrado la relativamente giovane età (la media nazionale è di 55 anni), strutture che vogliano dirsi innovative dovranno essere progettate con l’obiettivo di una durata protratta nel tempo. Non solo, dovranno essere realizzate conmateriali eco-compatibilia basso impatto ambientale (per esempio illegno) di provenienza locale o riciclati. Ilmodello architettoniconel suo insieme deve risultare in sintesi economico, di rapida esecuzione e assemblaggio e di semplice gestione. Scuola = centro civico Se aperta anche oltre il normale orario di lezione, la scuola può diventare ilcentro civicoper eccellenza e ospitare attività culturali che possanofacilitare le relazionitra le diversegenerazionie culture presenti nel territorio. Il suo obiettivo deve essere infatti anche quello difavorire la mescolanzadi età, saperi, competenze e idee. Quindi spazi condivisi,bibliotecheaperte a tutta la comunità e mense che, oltre che a essere luogo di convivialità, incentivino l’educazione alimentare. Uno sguardo verso l’esterno La “nuova scuola”, però, è quella che non si limita all’impiego degli spazi interni mavalorizza tutto ciò che gli è contiguo(cortili, giardini, corti interne, verande, logge,giardinipensili, etc.) e che possa risultare funzionale come ulteriorerisorsa esperienziale ed educativa. Laddove possibile, e con particolare attenzione alla scuola dell’infanzia e primaria, le classi e gli spazi di apprendimento dovrebbero poter avere un’apertura diretta verso l’esterno,così da costituire una sorta di prolungamento immerso nel verde. Ambienti modulabili Per strategie didattiche efficaci e coinvolgenti sono necessari ambienti conarredi riconfigurabilia seconda che si svolgano attività individuali o di gruppo. Una soluzione che non riguarda solo le aule ma anche corridoi, atri e scalinate che possono adattarsi alle diverse necessità in base all’età di studenti e della loro fase evolutiva. L’aula si trasforma così da luogo rigido e stereotipato a fulcro di un sistema in grado di ospitare diverse configurazioni e diespandersi per attività comuniagli spazi limitrofi, per esempio anche ad altre aule attigue. Lo stesso dicasi per gliambienti a uso dei docentiche dovranno essere luoghi di lavoro accoglienti dove pianificare le lezioni, correggere i compiti, confrontarsi con i colleghi e collaborare in un ambiente che sia al tempo stesso di confronto e diconvivialità. Una scuola in rete La nuova scuola dovrà infine essere dotata di unareteinternettecnologicamente avanzata, capillare, stabile e sicura al punto di favorire i processi didattici e al tempo stesso il lavoro del personale amministrativo. Una rivoluzione imprescindibile anche per abilitare, in caso di necessità, servizi come la didattica a distanza, in tempi rapidi e con la massima efficienza. Alcuni esempi in Europa Quanto raccomandato nel documento diffuso dal Ministero dell’Istruzione non è pura teoria. Esistono nel nostro continente diversiesempi concreti di complessi scolastici avanzatiche sembrano ispirati (o aver ispirato) alcune delle soluzioni sin qui accennate. Alle porte diParigi, per esempio, sorge dal 2010 lascuola materna e primariaBailly di Saint Denis, una struttura su due livelli che si sviluppa prevalentemente in lunghezza sul versante Nord-Sud, così da poter contare sulla massima esposizione solare nell’arco di tutta la giornata. All’interno delle colorate aule, collocate intorno a un ampio giardino (direttamente accessibile), l’isolamento acusticoè garantito da pareti finestrate e chiostrine in vetro serigrafato che aprono lo sguardo verso l’esterno, lascianopassare la lucee al tempo stesso proteggono laprivacy dei bambini. L’Ørestad Gymnasiumdi Copenhagenin Danimarca, edificio completato nel 2007, rappresenta invece un caratteristico ambiente di studioopen space. Organizzato su sei livelli e attraversato da una grande scala e relativi ballatoi, questo liceo è di fatto privo di aule: si studia semplicemente dove è più conveniente riunirsi. Al piano terra sono collocate la mensa, gli uffici amministrativi, il laboratorio di musica e una palestra con pareti modulabili che consentono, all’occorrenza, disuddividerla in più ambienti.Anche in questo caso si fa ampio uso della luce naturale che filtra dall’alto e dalle vetrate che circondano l’intera struttura. L’Ørestad Gymnasium ha fatto da fulcro allariqualificazione di un’intera area urbanaconvertita in “smart city”. Un caso, quello della scuola di Copenhagen, studiato a livello internazionale e documentato anche dalNew York Times. Altrettanto rivoluzionaria risulta essere l’Het 4e Gymnasiumdi Amsterdam, in Olanda. Costituito da diversi moduli assemblati tra loro ed edificato nel 2008 in soli sei mesi, questo avveniristico liceo che sembracostruito all’Ikea, potrebbe essere facilmente smontato e rimontato altrove. La suastruttura a blocchicon ampie pareti e soffitti vetrati, insiste su un’ampia area pedonale e si caratterizza per la convivenza di classi tradizionali, ambienti aperti, corte interna e terrazzamenti adibiti a luogo di socializzazione e attività all’aperto. Non mancano naturalmente laboratori, auditorium, palestra, mensa, sala prove musicale, salacinemae molto altro. A Stoccolma, in Svezia, sorge invece laVittra Telefonplan, ex capannone industriale della Ericcson, in cui domina (come nell’Ørestad Gymnasium di Copenhagen) lafilosofia open space. Gli studenti possono socializzare e lavorare insieme in ambienti adibiti al lavoro di gruppo, ma dispongono anche di aree silenziose in cui è garantita la massima concentrazione. Il tutto in una struttura che nel suo insieme risultapriva di pareti. Oltre all’area prettamente “didattica” ci sono la mensa e alcune stanze adibite a laboratori. La scuola è aperta oltre il normale orario scolastico (dalle ore 8,30 alle ore 15) perattività pomeridiane ricreative facoltative(musica, arte, disegno, sport, etc.). Peculiarità di questa scuola:si fa lezione senza scarpeche vengono lasciate dagli studenti all’interno di un apposito armadietto. Altro caso, laThor Heyerdahl school of advanced and further educationdi Larvik, la scuola più grande della Norvegia. Ospita studenti di tutte le età, dalle primarie all’università. L’edificio è stato progettato nel 2009 ed è diviso incinque piani digradanticon quello superiore ruotato di 180° rispetto all’asse centrale dell’intera struttura. In questo modo sifavorisce il contatto visivo tra i vari ambienti e l’esterno. Anche qui, sono previste aree comuni per socializzare e classi raccolte per una maggiore concentrazione e riservatezza. Laluce è prevalentemente quella esternache filtra da aperture sul soffitto e ampie pareti vetrate.
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