Da tempo l’imprenditore Elon Musk sogna di stabilirela prima colonia marzianaentro il 2029, per poi arrivare ad avere nel 2050 una città con centinaia di migliaia di abitanti sul pianeta rosso. Un progetto avveniristicodettato, secondo le opinioni del magnate americano, dalla necessità di assicurare un futuro alla nostra specie viste le numerose crisi in corso fra cui quella climatica-ambientale. Ma mentreMuskpubblicizza i suoi piani per laconquista del cosmo, la suacompagnia aerospaziale SpaceXsta ponendo dei seri problemi ambientali nei siti di sperimentazione e lancio. Con l’espandersi dell‘economia legata all’esplorazione spaziale, nel 2014 SpaceX aveva preso la decisione di inaugurare un nuovo sito in Texas, nella località di Boca Chica, avviando la costruzione dellospazioportoa circa 32 km dalla città di Brownsville. A partire dal 2015 la zona, conosciuta comunemente come “Starbase”, si è evoluta in un vasto complesso industriale consiti di lancio, depositi di carburante, fabbriche di assemblaggio e test, oltre che centinaia di nuovi lavoratori. Un rapido cambiamento che ha avuto unnotevole impatto sull’ecosistema e sulle comunità locali, determinando una continua chiusura delle spiagge accessibili al pubblico a causa dei test in corso, unagentrificazionea danno delle comunità native più povere e unaumento dell’inquinamento nelle riserve naturalipresenti in zona. In certi casi le esplosioni dei prototipi hanno seminato migliaia di pezzi di metallo nelle aree circostanti, coneffetti negativi sull’attività delle fauna locali, soprattutto degli uccelli. A causa di questi problemi nel marzo del 2020l’Agenzia federale “United States Fish and Wildlife Service”, dedicata alla protezione degli habitat naturali, ha inviato una lettera allaFAA(Agenzia federale per l’aviazione civile) denunciando i cambiamenti strutturali attuati nel sito della SpaceX essendo «non conformi alle descrizioni dei progetti originali, con potenziali violazioni e incidenti con conseguenti danni per le riserve naturali». Il problema dell’inquinamento dell’industria spaziale non riguarda solo il suolo ma coinvolge anche l’atmosfera, dove una recentissima ricerca ha mostrato le emissioni inquinanti dei propellenti usati dalpiù popolare razzo della SpaceX, il Falcon 9. Un problema checoinvolge tutto il settore spaziale privato, soprattutto quello legato al nascente turismo, dallaBlue Origin di Jeff BezosallaVirgin Galactic di Branson, con quest’ultimo che ha promesso 400 voli spaziali all’anno; voli chemoltiplicano le emissioni di CO2a passeggero fino a 100 volte tanto rispetto a un volo di lunga durata di un aereo di linea. Con il progredire della tecnologia aerospaziale il settore vedrà unacrescita economicafino a 900 miliardi di dollari nel 2030, con il conseguente aumento degli impatti sull’ecosistema. Proprio per questo motivo gli attivisti non hanno intenzione di rimanere inermi, a partire dalla Starbase in Texas, dove l’ambientalista locale Rebekah Hinojosa, arrestata per le sue contestazioni a febbraio, ha annunciato che nonostante tutto «continueremo a protestare contro l’impatto ambientalenegativo dei continui lanci spaziali».
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