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Un, due, tre, via! Inizia il mese del Pride

 

Domani inizia ilPride Month 2022,un’occasione per celebrare i diritti e le persone della comunità LGBTQIA+. Le sue origini vanno ricercate nel giugno 1969, più precisamente neimoti di Stonewall, una serie di scontri tra persone omosessuali e polizia iniziati allo Stonewall Inn, un bar gay di New York. Quest’anno non si festeggia solo nelle piazze, portando alte lebandierearcobaleno, ma anche confilmepodcast. Ecco due novità. Generazioni: la comunità LGBTQ+ di ieri e di oggi Unastoria personale, il racconto di un percorso di crescita e autodeterminazione dopo anni diriflessioni sulla comunitàLGBTQ+italiana, tra pubblico e privato. Generazioniè il nuovopodcastdiLuca de Santis(in esclusiva suStoryteldal primo giugno) dove in sei puntate lo sceneggiatore e saggista di studi di generesi raccontaper rievocare la storia delle generazioni LGBTQ+, tra momenti passati e presenti. «L’idea era quella di realizzare unfocussu come la miagenerazione, quella precedente e quella successiva abbiano fattoevolverealcuni concetti: sono cambiati i mezzi ma anche moltissime altre cose – spiega de Santis aLa Svolta- Avendo io fatto coming out all’inizio degli anni ’90, mi sono trovato un po’ a cavallo e questo mi ha dato la fortuna di poter conoscere sia lagenerazione passatache lasuccessiva, oltre che la mia». Sei puntateper sei lettere e simboli: L,G,B,T,Q,+, ma non in quest’ordine. Si parte dalla G e dalcoming outdell’autore nella sua terra d’origine, il Molise, proseguendo con la Q e con il suo arrivo a Bologna, passando per la lettera L, la T, la B, per finire con il +. «L’ultimo episodio (+) è per me molto importante e fondamentale, perché se prima parlavo con delle persone della “vecchia” generazione e della mia, nell’ultima arriva ilconfrontocon quella giovane per raccontare come sonocambiate le cose». L’obiettivo del podcast è quello di creare unmomento di riflessione,non tanto a livello storico ma a livello personale. L’autore voleva recuperare un po’ di quelladrammaticitàche le generazioniLGBTQ+del secolo scorso hanno vissuto. «Perché se siamo arrivatə a racconti diaccettazioneda parte delle famiglie più “tranquilli”, come quelli che spesso si vedono in tv, è perché abbiamo affrontato quelle situazioni e questo è il segno chesiamo cresciutəe ci siamo evolutə nell’educazione», ha spiegato. De Santis ha deciso di chiamare comeospitidelle varie puntate persone a lui care,punti di riferimentoper la sua crescita personale, politica e culturale. «È la prima volta che realizzo e scrivo qualcosa su di me – ha confessato – È sempretostaparlare di se stessi ma anche dellacomunità LGBTQ+.Si ha sempre paura diescluderedelle persone e questo capita: non si riesce sempre a parlare e a nominare tuttə. Quindi, l’unico modo per raggiungere l’autenticitàè stato quello di dare il mio punto di vista personale, mettermi in gioco in prima persona e andare fino in fondo». Ma non è stato un percorso facile.Generazioniè il suo primo podcast e la prima volta in cui de Santis ha raccontatola sua storiae si è raccontato, cambiando così un po’ anche la sua vita. «Delle opere si dice sempre che se cambiano lavitaanche solo di una persona, allora vuol dire che chi le crea ha fatto bene il proprio lavoro. In questo caso, il podcastha cambiato la mia vitain primis». Discovery+: un canale Pride per raccontare la diversità A partire dal primo giugno,Discovery+porterà sui propri schermi un nuovo canalePridededicato al racconto dell’inclusività, della diversità e della libertà diessere chiunque si voglia.Domani usciràVite divergenti – storie di un altro genere,il racconto corale di 14 persone sulla realtàtransgenderitaliana. Il due giugno sarà il turno diThe book of queer,la serie che racconta quella parte della comunità LGBTQ+ dimenticata dalla storia (dai guerrieri indiani transgender fino agli imperatori romani omosessuali). Sarà poi possibile vedereLove me gender,il viaggio dell’attrice Chiara Francini attraverso l’Italia per raccontare la società ai tempi della gender equality. OppureChiamatemi Tony King,la storia dell’artista transgender dalla musica al suo percorso di transizione. E ancoratantissimi altri.Su Pride i titoli non mancheranno.

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