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Le piccole, utilissime diatomee sono in pericolo

 

Inspirate, espirate. Rifletteteci un attimo, da chi arriva l’ossigeno che ci permette di respirare? Dai polmoni verdi del Pianeta, certo, ma in gran parte soprattutto dal mare. Uno degli organismi più importanti per garantire l’ ossigeno, si stima un quinto di tutto quello che respiriamo, giunge a noi grazie al lavoro di straordinariesserini minuscolie dalle forme (visibili solo al microscopio) super affascinanti:le diatomee. Sono microalghe brune, unicellulari ed eucariotiche, che possono vivere in colonie e popolare diversi ambienti acquatici, sia di acqua salata che dolce. Grazie alla fotosintesi e alla loro “corazza” insilicio, forniscono a noi l’ossigeno fondamentale per la vita. Anche le diatomee però, ci ricorda unanuova ricerca appena pubblicata suNature, sono in sofferenza: le temperature elevate degli oceani, ma soprattuttol’acidificazione delle acque, sta portando a un calo drastico di questi grandi produttori di ossigeno che oltretutto, a loro volta, sono cibo e sostentamento per migliaia di creature marine. La vita, per le diatomee, è assicurata dal loro “guscio” protettivo di silicio: con l’acidificazione delle acque ora questa forma di protezione è a rischio. Di conseguenza, stimano i ricercatori delGeomarche hanno condotto gli studi, le diatomee potrebberoridurre il loro numero del 26% entro la fine del 2200. Nel descrivere questi microrganismi galleggianti, il biologo marinoJan Taucher delGeomar Helmholtz Center for Ocean Research Kielha spiegato come sono «uno dei gruppi di plancton più importanti nell’oceano. Il loro declino potrebbe portare a un cambiamento significativo nella rete alimentare marina o persino a un cambiamento per l’oceano come pozzo di carbonio». Queste piccole alghe unicellularicompongono infatti il 40% della biomassa fotosintetica dell’oceano: ciò significa che sono fondamentali per prelevare la CO2 dalla nostra atmosfera immagazzinandola nell’oceano. è grazie a loro se i nostri mari assorbono buona parte dell’anidride carbonica che noi umani abbiamo prodotto. Se però le nostre emissioni climalteranti di CO2 sono in eccesso l’acidità dell’acqua aumenta e altera i gusci protettivi di silicio delle diatomee. Anche altri esseri viventi stanno sperimentando la graduale dissolvenza dei loro gusci, e questo è un problema. Inizialmente si pensava che le diatomee sarebbero state insensibili agli effetti dell’acidificazione, ma la nuova ricerca dimostra che non è così: se il pH dell’acqua scende questi elementi vitali di silicio iniziano a dissolversi anche per loro e affondano. Se si andrà avanti di questo passoentro la fine del prossimo secolo un quarto delle diatomee scomparirà: senza questi esserini fondamentali per un altro scienziato del Geomar che ha preso parte alla ricerca, Ulf Riebesell, questo ci ricorda come potremmo correre «rischi incalcolabili. Soprattutto se non contrastiamo il cambiamento climatico in modo rapido e deciso».

Redazione

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