Nel 2005, ben sedici edizioni fa, l’idea di realizzare qualcosa a basso impatto ambientale ronzava nella testa diCarlo PastoreeStefano Bottura, i due direttori artistici delMI AMI Festival. Ma i tempi erano diversi, l’attivista svedeseGretaThunberg, paladina del movimentoFridays For Future, era nata da soli due anni, ele battaglie per l’ambiente e la crisi climaticanon eranocoolper i media. «All’epoca non c’era un’attenzione così forte per il tema e noi la sostenibilità, in qualche modo, ce la portavamo dentro: fin da subito ci siamo impegnati persprecare meno risorse possibilie creare qualcosa che fosseimmerso nella natura, che ne facesse parte ma non la sovrastasse» spiega Bottura, detto Fiz,«l’uomo circolare»secondo il co-direttore Pastore. «Negli anni il nostro impegno è cresciuto sempre di più, man mano che il festival si ingrandiva lo facevano anche le nostrepratiche di sostenibilità. Per questo dalla seconda edizione in avanti siamo sempre stati alCircolo Magnolia, nell’oasi verde deParco Idroscalo di Milano». Nel 2009 il Circolo Magnolia ha installato100 pannelli fotovoltaicida 200W ciascuno con la capacità di produrre ogni anno 22.892,8 kW/h: un progetto nato in collaborazione con la Città Metropolitana. Seguito dalla riqualificazione strutturale dell’edificio per la salvaguardia dei consumi energetici insieme all’Università degli Studi di Milano-Bicocca,Accademia di Belle Arti di BreraePolitecnico di Milano. «Scegliere un luogo del genere, che fosse così attento ai consumi, era già parte del nostroprogetto ecologico», spiega Pastore. È da dieci anni che il MI AMI, realizzato insieme a Bottura, èplastic free: dapprima con l’introduzione di bicchieri inbioplastica compostabilenel 2011, poi con lacompleta eliminazionedi cannucce, bottigliette e qualsiasi materiale in plastica monouso. «Nel 2020 abbiamo introdotto lenavettegratuitedal centro città alla location dell’evento, evitando che ragazzi e ragazze si mettessero alla guida e usassero le auto per raggiungerci. Facciamodai 15 ai 20.000 ingressiper tre giorni di festival, se ognuno usasse una macchina non sarebbe un impatto di poco conto» spiega Bottura. Inizialmente, quando era ancora una realtà di piccole dimensioni, «promuovevamogli spostamenti in bicicletta,offrendo un drink a coloro che arrivavano su sellino e manubrio. Poi il pubblico è aumentato ed è diventata una cosa ingestibile, ma avevamo dato l’imprintinge tanto è bastato». Tra gli oltre 90 artisti che si spalmeranno tra27, 28 e 29 maggio, si mischiano vecchie glorie e novità della scena indie rock e non solo, daLo Stato SocialeaLa rappresentante di lista, daTutti FenomeniaBig MamaeIbisco. Un ritorno carico di energia a distanza ditre anni dall’ultima edizione in presenza: dopo i due rinvii del 2020 e 2021 si riparte al grido di “Umano irrazionale, magico animale”, che è il claim della nuova edizione. C’è un palco, poi, che tra i quattro del festival è la novità, gestito dalgreen partnerdel 2022,Rilegno: si tratta delconsorzio nazionaleche dal 1997 si occupa della raccolta, del recupero e del riciclo degli imballaggi dilegno. Opera all’interno del sistemaConai- Consorzio Nazionale Imballaggi- e ha il compito di garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati per legge per il recupero complessivo degli imballaggi legnosi post consumo. «Il dialogo si era aperto nel 2020, poi c’è stato il Covid e abbiamo dovuto reinventarci,piantando degli alberie realizzando dei video conRockit.it(sito di riferimento per la musica italiana, organizzatore dell’evento insieme all’agenzia creativa Better Days,ndr) dal titoloNaturae,in cui alcuni cantautori italiani reinterpretavano brani immersi, appunto, nella natura», racconta Bottura. Si può fare altro per essere ancora più sostenibili?Comunque la metti, un festival inquinerà sempre. «Non ci siamo mai nascosti dietro pratiche digreenwashinge sicuramentepianteremo altri alberi» spiega Pastore. Nel 2019 è stata la volta di 200 unità di due esemplari di salice, rosso e cinerino, nel Laghetto delle Vergini dell’Idroscalo. Poiè toccato a400 piante tra meli, ciliegi, prugni, peschi, in collaborazione con la comunità diCascinet.
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