Dar vita a unClub del Clima, un’alleanza internazionale per affrontare, insieme e con più rigore, ilclimate change. L’idea proviene dalG7, che fino al 27 maggio vedrà iministri di Ambiente ed Energiadi Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti discutere anche di una strategia sullatransizione energeticache riguarderà pure i Paesi delG20, che insieme emettonol’80% dei gas climalteranti. Come ha spiegato ieri in un’informativa alla Camera il ministroRoberto Cingolani, in occasione dell’incontro internazionale dei ministri si parlerà di unamisurazione comune delle emissioni e prezzo comune della CO2, di politiche integrate di decarbonizzazione delle industrie ma anche di alleanze con i Paesi in via di sviluppo per aiutarli a decarbonizzare. D’altra parte, come ha sottolineato il capo delMiTe, il solo rinnovato impegno unilaterale dei Paesi del G7 a innalzare l’ambizione, in ambito climatico, non basta. Per quanto riguarda l’impegno della nostra Penisola nella lotta al climate change, Cingolani ha spiegato che quest’anno il governo ha autorizzatoimpianti di fonti rinnovabiliper 4 gigawatt. Entro fine dell’anno, la volontà sarebbe quella di raddoppiare e arrivare a quota 7 gigawatt. Al G7 si parlerà però anche diidrogeno– la presidenza tedesca dovrebbe proporre il “G7 Hydrogen Action Pact” – per spingere la sua produzione pulita, indispensabile per decarbonizzare i settori industriali più energivori e inquinanti. Ma anche dimobilità– la proposta è bandirei nuovi veicoli a combustione internaentro il 2040, eliminazione dei sussidi alle fonti fossili entro il 2025. E, ancora, rendere il 30% dimare e terre protetti entro il 2030, bandire il carbone dalla produzione energetica – supportando in questa impresa Stati come India, Indonesia, Senegal e Vietnam -, costruire edifici a emissioni zero e tagliare del 30% le emissioni di metano. Ovviamente, centrale sarà anche il tema delleconseguenze energetiche della guerra in Ucraina. A proposito di metano, Cingolani ha spiegatol’Italia mira a ridurne le emissioni del 55% entro il 2030:«rimpiazzeremo i circa 30 miliardi di metri cubi di gas provenienti dalla Russia con una quantità inferiore, circa 25, perché sin d’ora abbiamo già considerato l’accelerazione delle rinnovabili che abbattono la necessità di gas, ma abbiamo anche un piano di risparmi». Sull’idea di dar vita a un Club del Clima si è espressa anche laFederazione tedesca dell’industria(BDI) e il gruppo che comprende le principali federazioni imprenditoriali e industriali degli Stati del G7 (B7), fondato nel 2007. «Il B7 sostiene questa proposta», ha affermato il presidente di BDI e B7 Siegfried Russwure. Il gruppo industriale, si legge su Reuters, considera la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico fondamentali. Proprio per questo, intende accelerare lespedizioni alternative di gas naturale liquefatto(GNL), investire in una rapida espansione delle fonti di energia rinnovabile e nella fornitura di idrogeno come sostituto del gas.
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