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I flash mob per lo Ius Scholae

 

Nella mattinata del 24 maggio, əstudentidi alcune scuole di Milano, Bologna, Roma e Napoli hanno organizzato deiflash mobper chiedere ai parlamentari l’approdo in aula delloIus Scholae. «Oggi dalle scuole e dalleuniversitàin tutta Italia parte un grido forte e chiaro: i giovani, docenti e presidi vogliono la riforma e il governo ci deve ascoltare», ha scritto questa mattina suInstagram“Dalla Parte Giusta della Storia”, campagna promossa dalla Rete per la Riforma della Cittadinanza percambiare l’attuale legge sulla cittadinanza italiana. Con l’approvazione dello Ius Scholae (proposta elaborata da Giuseppe Brescia e adottata dalla Commissione) lacittadinanza italianapotrebbe essere riconosciuta a tuttə ə minori natə o arrivatə in Italia prima dei 12 anni che abbiano portato a termine unpercorso scolastico di cinque anni. Attualmente laleggeprevede che una persona nata in Italia possa diventarne automaticamente cittadina nel caso in cuiuno dei genitori sia italiano. Per ə figlə di migranti natə in Italia, la cittadinanza deve essererichiesta dopo aver compiuto i 18 anni(ma entro i 19) e solo se, fino a quel momento, si è vissuti legalmente e ininterrottamente in Italia. L’ultima opzione è ottenerla tramite ilmatrimoniocon unə cittadinə italianə. Al giorno d’oggi, moltissimə ragazzə diseconda generazione,quindi natə e cresciutə in Italia, non possono accedere automaticamente alla cittadinanza italiana. Successivamente ai flash mob deə studenti, si è tenuta a Milano (presso l’Istituto Comprensivo Casa del Sole) laconferenza stampadella campagna“Dalla parte giusta della storia”, la task force composta da oltre trenta associazioni e ONG per l’approvazione di una nuovalegge di cittadinanzaentro la fine dell’attuale legislatura. La conferenza stampa a Milano per l’approvazione di una legge sullo Ius ScholaeCredit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI La conferenza stampa a Milano per l’approvazione di una legge sullo Ius ScholaeCredit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI «Oggi inizia unmese di mobilitazionia livello nazionale, per mostrare che l’Italia è già ampiamente a favore di questa riforma, che rappresenta davvero il minimo sindacale nell’avanzamento deidiritti di cittadinanza», scrive Rete per la Riforma della Cittadinanza, chiedendo ai partiti un’immediata presa di responsabilità per la presentazione in aula della legge:«Il momento è ora». Durante la conferenza è intervenutaDeepika Salhan, studentessa e rappresentante dell’Unione degli Universitari, che ha elencato alcune delleopportunitàche le sono state private proprio a causa dellamancanza della cittadinanza italiana:dall’impossibilità di partire in quinta superiore per un viaggio istruzione, fino alla rinuncia del suo Erasmus. «A causa della mancanza della cittadinanza non ho potuto ricevere in tempo il visto per partire in Erasmus e questa è solouna delle tante rinunceche sono stata costretta a subire. In Italiauno studente su dieci non ha la cittadinanzae questo complica la vita di tante e tanti di noi, facendoci subire quotidianamente l’esclusione dalla vitadi un Paese che ci ignora da decenni», ha spiegato. Deepika Salhan alla conferenza stampa di questa mattina a MilanoCredit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI Deepika Salhan alla conferenza stampa di questa mattina a MilanoCredit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI Ma non solo giovanə (durante la conferenza è stato sottolineato come l’85% deə studenti sia a favore dello Ius Scholae) ma anchedocenti e dirigentisi trovano d’accordo con la proposta. «È intollerabile che i nostri studenti si debbano scontrare con problemi burocratici che liescludono dalle attività didattichee rendono piùdifficile l’integrazione», ha dichiaratoFrancesco Muraro, dirigente dell’Istituto Comprensivo Casa del Sole. Lo Ius Scholae rappresenterebbe un piccolo passo,non conclusivo, lungo la strada del diritto alla cittadinanza. «Alcune battaglie vale la pena portarle avanti, pur nella consapevolezza che rappresentanopassaggi intermedi»,ha dichiaratoLuca Paladini, intervenuto alla conferenza come rappresentante deI Sentinelli di Milano. «Come questa, quella della scuola, che è unpassaggio intermedioin rapporto al diritto di cittadinanza. E il concetto lo posso traslare anche alleunioni civili, che non sono l’obiettivo finale della comunitàLGBT. L’obiettivo finale è ovviamente il matrimonio egualitario».

Redazione

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