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I super ricchi si ritrovano a Davos

 

Si è aperto ieri aDavosilWorld Economic Forum, un appuntamento che ogni anno riunisce nella cittadina della Svizzera orientale alte cariche politiche insieme a imprenditori, giornalisti ed esperti di economia per parlare di questioni urgenti e degliscenari globali presenti e futuri. Il Forum torna in presenza dopo lo stop della pandemia, che quest’anno ha fatto slittare l’evento a maggio, rispetto al mese di gennaio in cui è programmato in calendario, a causa deldiffondersi della variante Omicron. È anche la prima edizionesenza la partecipazione russa, esclusa dall’evento in seguito all’invasione dell’Ucraina. Tra gli interventi più attesi quello del presidente ucrainoVolodymyrZelensky, che è intervenuto nella mattinata di oggi in collegamento video da Kiev. «Serve l’embargo sul petrolio russo, tutte le banche devono essere escluse dai sistemi globali di pagamento, non deve esserci commercio con la Russia e tutti i suoi asset devono essere congelati e messi a disposizione di un fondo per la ricostruzione», ha dichiarato Zelensky, secondo il quale «questo è il momento in cui si decide se la forza bruta dominerà il mondo». E ha aggiunto: «Serve sbloccare i nostri porti marittimi. Bisogna usare tutti i canali diplomatici, perché da soli non possiamo lottare contro la Russia. Noi parliamo con la Commissione europea, il Regno Unito, la Svizzera, la Polonia e l’Onu, e chiediamo loro di prendere misure per un corridoio che consental‘export di grano e cereali, altrimenti la penuria avrà ripercussioni globali e ci sarà una estensione dellacrisi energetica». L’appello di Zelensky è stato raccolto da diversi leader mondiali. «Non consentire ora l’apertura dei porti dell’Ucraina significadichiarare guerra alla sicurezza globale», ha commentato David Beasley, direttore delWorld Food Programmedelle Nazioni Unite, per il quale impedire al Paese di esportare il grano metterebbe a rischio400 milioni di persone. «La Germania è pronta ad andare avanti sull’embargo al petrolio della Russia, anche senza l’Ungheria», ha dichiarato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, che si è detto deluso dai tempi necessari per raggiungere un accordo europeo. Tra i temi del Forum di quest’anno, intitolato “La storia a punto di svolta: politiche di governo e strategie aziendali”, anche il problema delle forniture dovuto allacrisi delle materie prime, il cambiamento climatico, latransizione energetica, l’accesso aivaccinie la crescentedisuguaglianza sociale. Secondo i dati forniti da Oxfam, un’associazione internazionale di organizzazioni no-profit dedita alla riduzione della povertà globale, oggi i 20 miliardari più ricchi del mondo hannopatrimoni che valgono più dell’intero Pil dell’Africa subsahariana. Un lavoratore che si trova nel 50% degli occupati con retribuzioni più basse dovrebbe lavorare 112 anni per guadagnare quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un anno. «A Davos i miliardari potranno brindare all’incredibile impulso che le loro fortune hanno ricevuto grazie alla pandemia e all’aumento dei prezzi dei generi alimentarie dell’energia», ha detto Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International, «ma allo stesso tempo decenni diprogressi nella lotta alla povertà estremarischiano di essere vanificati con milioni di persone lasciate senza mezzi per poter sopravvivere». Con la pandemia ilsettore farmaceuticoha registrato l’ingresso di40 nuovi miliardari, e Oxfam sostiene che Moderna e Pfizer abbiano guadagnato 1.000 dollari al secondo grazie al solo vaccino anti-Covid. Nonostante questo, l’87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale. «È scandaloso che alcuni abbiano accumulato ricchezzenegandoa miliardi di personel’accesso ai vaccinio approfittando dell’aumento dei prezzi alimentari ed energetici», ha concluso Bucher. «A due anni dall’inizio della pandemia, con più di 20 milioni di morti stimate dovute alCovid-19e una crisi economica drammatica, i leader dei governi hanno ildovere moraledi promuovere misure nell’interesse dei più, soprattutto delle persone più vulnerabili, e non dei pochi». Al Forum economico di Davos, che si concluderà giovedì 26 maggio, saranno presenti50 capi di Stato e di governo oltre a 250 ministri.Tra i partecipanti anche la presidente della Commissione europeaUrsula von der Leyen, il commissario europeo per l’EconomiaPaolo Gentiloni, la presidente della BceChristine Lagardee il segretario generale della NatoJens Stoltenberg. L’Italia è rappresentata dai ministriDaniele Franco(Economia), Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibile) e Vittorio Colao (Innovazione tecnologica e transizione digitale), oltre ai managerAndrea Illy(Illycaffè), Silvia Merlo (Saipem), Paolo Merloni (gruppo Ariston), Stefano Scabbio (gruppo Manpower), Domenico Siniscalco (Morgan Stanley), Andrea Sironi (Generali) e Francesco Starace (Enel).

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