Mario Draghi in queste ore è in Parlamento per l‘informativa sulla guerra in Ucraina: tra i temi, anche laNatoe il rafforzamento dell’impegno italiano. Proprio ieri Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi la premier finlandese Sanna Marin: insieme allaSvezia, la Finlandiaha fatto domanda ufficiale di adesione al Patto Atlantico e il Segretario generale della NATOJens Stoltenbergquesta settimana haaffermatoche «è un buon giorno in un momento critico per la nostra sicurezza. Le domande di adesione sono un passo storico». Ma il percorso dei due Paesi scandinavi verso l’adesione sta incontrandoforti resistenzeda parte di uno dei membri storici dell’Alleanza:la Turchia. Da giorni il governo di Erdogan continua aminacciareil vetonei confronti dell’ingresso delle due nazioni nordiche, sostenendo che i suddetti Paesi scandinavi persistono nelproteggere i militanti curdie altre organizzazioni considerate “terroristiche” da parte di Ankara. Un comportamento considerato inaccettabile dal governo turco, tanto che il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu haribaditoin maniera ferma alvertice di Berlinoche «il problema è che questi due Paesi stanno supportando apertamente il PKK e l’YPG. Queste sonoorganizzazioni terroristicheche attaccano tutti i giorni le nostre truppe». Inoltre il governo turco ha rimarcato anche l’errore commesso in passato, quando ha permesso lariammissione della Grecia nell’Alleanza Atlanticanonostante la pluridecennale rivalità geopolitica. Di fronte a questoirrigidimentoche potrebbe bloccare per lungo tempo le procedure di adesione, ilpresidente della FinlandiaSauli Niinistöhadichiaratodi rimanere comunque ottimista: «Le dichiarazioni della Turchia sono rapidamente cambiate e diventate più rigide negli ultimi giorni, ma sono sono sicuro che, con l’aiuto di costruttive discussioni, risolveremo la situazione». Una situazione che va al di là della polemica con Svezia e Finlandia dato che Erdogan sta sfruttando la sua posizione di forza, in quantomembro chiave della NATO,per sistemare unaserie di problemi militari, diplomatici ed economiciche si sono creati negli ultimi anni a causa della disinvolta e ambivalente politica estera della Turchia. Secondo alcunefonti riservateil governo turco ha posto una serie dicondizioni per avere il suo via libera: la classificazione deigruppi curdicome organizzazioni terroristiche da parte della NATO e la cessazione di qualsiasi supporto da parte dei Paesi membri dell’Alleanza, l’estradizione deldissidente Fethullah Gülene altre30 personeconsiderate come “terroristi”, la rimozione di tutte lesanzioni occidentaliin seguito all’acquisto del sistema missilistico russo S-400, la riammissione nel programma dell’F-35 e la fornitura di nuovi aerei F-16. Un insieme di condizioni che secondo vari esperti pongono problemi enormi e irrisolvibili dato cheviolano diverse leggi americane ed europee. Ma oltre a queste richieste, alcuni commentatori vedono dietro l’atteggiamentodella Turchia ilruolo ambiguodella sua politica estera nei confronti dellaRussia, che da una parte viene sfidata tramite la fornitura didroni militari all’Ucraina, mentre dall’altra viene considerata unavalido partner commerciale, oltre che strategico per alcune questioni mediorientali. Molto probabilmente nelle prossime settimanele trattativedietro le quinte si farannopiù serrate, vista anche la pressione che verrà esercita dai Paesi membri del Patto Atlantico spinti dal confronto in corso con la Russia.
Pensa di poter risparmiare € 250 sulla spesa alimentare con un metodo veramente molto semplice,…
Il meccanico ti ha spillato un conto da capogiro? Ma i pezzi li prende su…
Versare i contributi? Sembra ormai essere acqua passata, adesso l'INPS te li regala come un…
«A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole…
A poco più di un mese dagliStati Generali della Natalità, lasituazione demografica italiananon sembra…
Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. È questo il tema scelto quest’anno per la Giornata…