Sono 22.788 ə studentə ucrainə accoltə nelle nostre aule scolastiche dal 24 febbraio al 9 maggio. I dati delreportpubblicato dalMinistero dell’Istruzioneforniscono una mappatura completa dei flussi deə minori rifugiatə introdottə nelle classi italiane. Negliasili nidoealla maternapoco più di 5.000, nellascuola primariaquasi 10.400, mentre in quellasecondaria di primoesecondo gradocirca 7.330. Nel complesso gli istituti statali e paritari che hanno accolto sono 4.223. Tra le regioni che si sono mobilitate di più, laLombardiae a seguire, l’Emilia Romagnae laCampania. In questi mesi əbambinə eadolescentigiuntə in Italia da solə o con i propri cari sono statə ospitatə da famiglie italiane, connazionali o da centri d’accoglienza. Statistiche a parte, le scuole di ogni ordine e grado hanno dovuto affrontare numerosesfide in termini di risorse e competenze: nella quasi totalità dei casi le alunne e gli alunni accoltinon parlano italianoe versano in una condizionepsicologica delicata. Nel mese di marzo il Ministero dell’Istruzione aveva disposto con unanotaalcunelinee guidae stanziato unfondoulteriore di1 milione di europermediatorəculturalie corsi di alfabetizzazione. In sostanza, ogni istituto, segnalando gli arrivi nelSistema informativo dell’istruzione, riceve 200 euro per ogni nuovəstudentə. Vi è poi una sezione dedicata del sito web del Miur conmateriali didatticie alcune informazioni sul sistema scolastico ucraino. Ilministro Patrizio Bianchiaveva inoltre dichiarato che əragazzəucrainəpotranno avvalersi del “Piano Estate”, una serie di attività organizzate dalle scuole durante la pausa estiva. In linea teorica, l’Italia prevedeprotocolli di inserimentoeintegrazioneall’avanguardia. ə minori che rientrano nell’età dell’obbligosi possono e devono iscrivere in qualsiasi periodo dell’anno, indipendentemente dalla situazione giuridica. In base al livello di comprensione della lingua italiana, è previsto l’inserimento immediato nelle classi oppurecorsi di alfabetizzazioneepiani didattici personalizzati. Tuttavia, la gestione varia enormemente in base alle zone e spesso si rende necessario il supporto di enti privati. Uno dei principali problemi, secondo Nicoletta Fadani, ex insegnante e presidente dell’associazioneLa Matrioska onlus, cheLa Svoltaha già intervistato alcuni mesi fa, è l’isolamento in cui rischiano di rimanere ə studentə. “Generalmente vengono “smistatə” e distribuitə su tutto il territorio nazionale”. La maggior parte di loro si è stabilita presso parenti o conoscenti residenti in Italia e di conseguenza è stata assegnata alla scuola più vicina. “Il risultato è che c’è unə solə studentə ucrainə in una classe o addirittura in un istituto”. Il contesto in cui opera l’associazione è sicuramente un’anomalia, rispetto allo scenario generale. Per oltre 15 anni, infatti, La Matrioska onlus ha organizzato soggiorni di studio per gruppi di bambinə ucrainə, provenienti da orfanotrofi. Un legame nato all’indomani deldisastro nucleare di Chernobyl,con i cosiddettisoggiorni di risanamentoche per molti anni hanno portatocentinaia di bambinəucrainə e bielorussə a trascorrere l’estate presso famiglie italiane. Tanto che nel 2008 un gruppo di insegnanti e famiglie di Pianezza, in provincia di Torino, ə stessə che in passato avevano dato ospitalità ad alcunə bambinə ucrainə, hanno deciso di fondare l’associazione. “Dall’inizio del conflitto, abbiamo accolto30 bambinə, di età compresadai 2 ai 15 anni, nell’Istituto Comprensivo di Pianezza”. Si tratta perlopiù deəfigliədi quelle stesse ragazze che da bambine avevano trascorso alcune settimane nelle loro case e che allo scoppio della guerra hanno preso contatti con l’associazione. Come racconta Fadani, per ə più piccolə,dai 2 ai 6 anni, l’inserimento è stato nel complesso piuttosto semplice. Accompagnatə a scuola dalle proprie mamme, nel giro di una quindicina di giorni si sono ambientatə, entrando a tutti gli effetti nelle classi italiane. Alleelementariemedie, invece, sono stati affidatə a volontariə madrelingua ucraina, insegnanti, mediatorə linguisticə o comunque professionistə con una buona conoscenza dell’italiano percorsi intensivi di italiano, ma anche lezioni di matematica elingua ucrainaper non perdere i progressi fatti e procedere con il programma didattico. Dopo un mese e mezzo, quasi tuttə ə alunnə dai 6 ai 10 anni hanno raggiunto un livello di italiano sufficiente per seguire le lezioni delleclassi italiane, sempre affiancati da unəinsegnante bilingue. “Deə 12ragazzədelle medie, 4 sono statə inseritə in terza e si stanno preparando per l’esame finale, 3 in prima, mentre ə altrə ancora non parlano abbastanza bene l’italiano”. Oltre alle ore di didattica frontale finalizzate all’inserimento nelle classi, ə ragazzə partecipano anche alle lezioni di nuoto e di pallavolo pomeridiane e ai laboratori di ceramica, che rappresentano delle ottime occasioni per cominciare a interagire con ə professorə e ə studentə italianə. “Quando possibile, poi, cercano di collegarsi da remoto con la loroscuola in Ucraina, in genere una mezzora o un’ora al massimo, finché lì non salta la corrente o non partono le sirene antiaeree”. E continua: “Il lato positivo è che nel nostro caso ə bambinə si conoscono fra di loro e abitano tuttə nella stessa zona, questo è più facile ambientarsi. Per unə ragazzə, magari costrettə a fuggire dal suo Paese con poco più di una scatola di scarpe e qualche documento addosso e introdottə in una scuola italiana da solə, senza che sappia una parola di italiano, sarà certamente spaventatə”. Ovviamente è previsto unsupporto psicologico d’emergenza, un percorso rivolto non tanto aə ragazzə, quanto allefamiglie ospitanti, aəinsegnantie alle stessemamme deəbambinə(con l’intermediazione di unətraduttorə) per agevolare la loro integrazione. L’associazione, inoltre, si è aggiudicata recentemente la vittoria in un contest indetto da Reale Mutua Assicurazioni e il premio che verrà investito in corsi dedicati aə bambinə con problemi di dislessia o iperattività. Le scuole si avvalgono ben volentieri dell’aiuto deə volontarə ed enti esterni: in aula ə docentə fanno il possibile, adattando il programma alle esigenze deə ragazzə stranierə, ma la gestione del resto della classe non consente eccessivi rallentamenti. L’associazionePiùCulture, che collabora con vari istituti del II e VII municipio di Roma, tiene lezioni edoposcuola pomeridiani, due volte a settimana a piccoli gruppi di bambinə dilivello linguisticoomogeneo. “Le scuole si sono mobilitate tanto, molte classi hanno realizzato cartelloni colorati per accogliere ə nuovə arrivatə e mostrare solidarietà, ma in realtà quellə che frequentano sono meno di quanti si pensasse all’inizio: 6 o 7 massimo per ogni istituto” spiega Amalia Ghisani, presidente dell’associazioneromana. “Perlopiù si sta cercando di contenere i danni e consentire aə alunnə diconcludere l’anno scolastico. Per cui, si collegano con ə docentə sulle piattaforme online e continuano ladidattica a distanza. Talvolta quando lə bambinə è particolarmente traumatizzatə, è lo stesso istituto, a consigliare di tenerlə a casa, se non per poche ore di inserimento”.
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