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Più riciclo e meno miniere per l’elettronica

 

Anche se ogni giorno è sempre al nostro fianco, c’è un oggetto che nasconde un fatto che non si può più ignorare: ciò di cui è compostosta per esaurirsi. In media glismartphonecontengonocirca 30 elementi differenti, buona parte di questi sonometalli o terre rareche non possiamo però più estrarre all’infinito, per lo meno da suolo e miniere. Possiamo e dovremmo invece, ci ricorda un nuovo appello della Royal Society of Chemistry (RSC), recuperare quegli elementi da tutti gli oggetti elettronici e tecnologici che scartiamo. Questi ultimi sono ormai una montagna di rifiuti: solo nel 2021, gli apparecchi elettronici dismessi, erano paria 57 tonnellate. Come sappiamo peròlitio, nichel, cobalto, rame e tanti altri, i materiali che compongono dai nostri telefonini sino ai sistemi delle vetture elettriche, vengono estratti a un ritmo che secondo gli scienziati è ormai insostenibile e sta diventando sempre più complesso tra un Pianeta più fragile e oggi minacciato anche da conflitti che influiscono sull’approvvigionamento di questi elementi. Anche per questo motivo laRoyal Society of Chemistrysta portando avanti una campagna per sottolineare come sia ormai fondamentale impegnarsi globalmente nell’estrazione di elementi preziosi dai dispositivi dismessi. «Le nostre abitudini di consumo di tecnologia rimangonoaltamente insostenibilie ci hanno messo nella condizione di rischio diesaurire gli elementidi cui abbiamo bisogno. Oltretutto queste abitudini continuano aesacerbare i danni ambientali», ha spiegato il professor Tom Welton, presidente della Royal Society of Chemistry. Fra quelli che laRSCindica come elementi per esempio necessari per gli smartphone e di cui non è assicurata affatto la presenza futura ci sono ilgallio, usato anche in campo medico per itermometrioppure perpannelli solari, l’arsenico, l’argento, o ancora l’indionecessario per transistor e microchip, l’ittriodelle fotocamere, iltantaliodestinato a impianti chirurgici e tanti altri. Tutti elementi presenti nella quantità dirifiuti elettroniciche ogni anno crescono di circa due milioni di tonnellate in più e di cui peròmeno del 20% viene recuperato e riciclato. Secondo Welton, abbiamo dunque «bisogno che i governi rivedano le infrastrutture per riciclare e le aziende tecnologiche investano in una produzione più sostenibile». Se le aziende si impegnassero in questa direzione, secondo l’RSC troverebberoconsumatoripronti a sostenerle. In un sondaggio promosso dall’RSC infatti su circa10.000 consumatori in dieci Paesi,il 60% delle persone si è detto propensoa passare ad altrimarchi(anche rivali rispetto a quelli preferiti) se sapesse che il prodotto è realizzato in maniera più sostenibile. Inoltre, lo stesso sondaggio sottolinea come oggi pochi consumatori conoscano come gestire i propri rifiuti elettronici in modo da avviarli correttamente al riciclo. In sostanza,stiamo accumulando inconsapevolmentenelle nostre case milioni di apparecchi contenenti un “tesoro” che potrebbe essere utile alPianeta, ma che senza una efficaceeconomia circolareche ci permetta con facilità di riciclare restano soltanto rifiuti inutili. «Quello che diciamo – concludono dalla RSC – è che è necessario sempreridurre, riutilizzare e riciclare. Bisogna tenere un po’ più a lungo il proprio telefono anziché cambiarlo spesso o magari rivenderlo o regalarlo a un parente. Dobbiamo tutti lavorare insieme per aumentare questi processi dieconomia circolarein modo che tutti possiamo sempre riciclare i nostri dispositivi».

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