Negli Stati Uniti l’abortofarmacologico, approvato nel 2000 dallaFood and Drug Administration(FDA), prevede l’assunzione di due pillole (mifepristone e misoprostol) entro le prime 10 settimane di gravidanza, farmaci che possono essererecapitatidallo scorso dicembre anchetramite posta. Ciò permette alle pazienti diabortire autonomamentesenza doversi recare presso una struttura dedicata (già durante lapandemiaera stato eliminato l’obbligo di assumere il primo dei due farmaci nelle cliniche o negli ospedali). Grazie alla possibilità di prenotare appuntamenti virtuali in telemedicina e di compilare i moduli online per ricevere le pillole a casa, le donne non devono più recarsi presso le strutture per i consulti. Nell’ipotesi che la sentenzaRoe v. Wadevenga revocata, lepillole abortiverisulterebbero per molte donne l’unica garanzia per interrompere la gravidanza, pur sempre in maniera illegale. Infatti, il ritiro della Roe proibirebbe comunque i consulti intelemedicina, anche nei casi in cui le strutture si trovassero in Stati dove l’aborto risulti ancora legale (grazie all’indirizzo IP del computer o del telefono si potrebbe identificare il luogo della chiamata, scrive ilNew York Times). Come riporta ilWashington Post,nonostante alcune legislature repubblicane abbiano tentato di vietare la prescrizione e la spedizione delle pillole, «Ci sono state donne che hanno aggirato le restrizioni, acquistando i medicinali online dafarmacie oltreoceanoche non possono essere raggiunte dalla legge statunitense». In questi casi, una possibile complicazione potrebbe emergere dai lunghi tempi di attesa per lespedizioni internazionali, con il rischio di compromettere i tempi di assunzione dellapillola. Con l’eventualerevoca della sentenza, semprepiù donne potrebbero ricorrere a questa opzione: non a caso, i due giornali americani hanno definito le pillole abortive come il “nuovo campo di battaglia”in un’America post Roe. «La necessità di abortire non svanirà – ha spiegato alWashingtonPostAbigail Aiken, professoressa associata alla University of Texas at Austin – Il risultato sarà unaumento di aborti autogestiti, al di fuori del contesto sanitario formale». «Quello che abbiamo notato è che, ogni volta che ci si muove per limitare l’interruzione volontaria, aumenta il numero degliaborti autogestiti», ha aggiunto. In particolare, l’aumento di cui parla Aiken è quello registrato da un recentestudio(di cui anche lei è stata autrice) dell’Università del Texas, pubblicato sulJournal of the American Medical Association. La ricerca ha preso in analisi la vendita di pillole da parte diAid Access(organizzazione austriaca che fornisce negli Usa medicinali per l’aborto) prima e dopo l’entrata in vigore dellalegge antiabortista in Texaslo scorso anno, che vieta l’interruzione di gravidanza una volta registrata l’attività cardiaca fetale (circa alla sesta settimana). Secondo i risultati dello studio, riportati dalWashington Post,la richiesta giornaliera di farmaci abortivi è passatada circa 11 al giorno, prima dell’approvazione, a137 nella settimana successiva. Negli ultimi giorni, il sito di Aid Access ha registrato unpiccodi visite, passando dalle 1.290 di lunedì alle 38.530 di martedì, il giorno seguente la pubblicazione della bozza.
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