Esistono70 muriche dividono il nostro mondo, barriere che separano luoghi e persone. Come ilmuro messicano, o muro di Tijuana o, per i media messicani, muro della vergogna, posto al confine tra Stati Uniti e Messico. Questo ècapace di bloccare(spesso) migranti, droga ma ancheanimali. È lacicatrice d’America, raccontata nel documentario“American Scar”, diretto da Daniel Lombroso e rilasciato pubblicamente dalNew Yorkeril 30 aprile. Con i suoi 13 minuti di video, ambientati nell’area di confine dell’Arizona, “American Scar” denuncia l’ecocidioche la barriera sta mettendo in atto. «Il muro non fermerà mai le persone, non fermerà mai le droghe, mabloccherà la migrazione degli animali», ha dichiarato John Kurc, fotografo e uno dei protagonisti del documentario, partito al confine tra l’Arizona e il Messico per immortalare lacicatrice americana. Il focus dell’opera riguarda principalmente quei700 kmdi muro rafforzati sotto la presidenza Trump: «Unatragica eredità ambientale», scriveva Lombroso in unpost Instagramlo scorso anno scorso, poco prima che il film venisse presentato al Doc NYC, il più grande festival di documentari d’America. «Le montagne sono state fatte saltare in aria,gli animali stanno morendo. E per cosa?». Come viene spiegato nel corto, le specie che arrivano dinanzi alla barriera alla ricerca di cibo sono costrette atornare indietro, in quelle stesse zone dalle quali erano fuggite probabilmente permancanza di prede. «Gli animali non sanno se si trovano negli Usa o in Messico, semplicemente seguono ilpaesaggio naturaleper cercare qualsiasi fonte di cibo stiano inseguendo. Non hanno nulla a che fare con questo», recita il documentario. La costruzione del muro havanificato diverse normeambientali, quali l’Endangered Species Act(per la protezione delle specie animali a rischio d’estinzione nelle zone statunitensi), ilClean Air Act(sulla qualità dell’aria), ilClean Water Act(sull’inquinamento delle acque). Tuttavia,il muronon impedisce ai migrantiin fuga dal Sud Americadi attraversarlo: «I muri non funzionano» spiega “American Scar”, mostrando al dodicesimo minuto unaparte della costruzione distruttain Arizona. Una piccola porzione, ma capace di far passare una persona. L’ocelotto, il bighorn del deserto, il giaguaro, l’Ambrosia pumila e i Texas snowbellssono alcuni degli animali e delle piante citati nei titoli di coda e classificati comea rischiod’estinzione, proprio a causa del muro. In totale, ne sono statiidentificati 70.
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