Categories: Diritti

Silenzio, parla Giorgia

 

Un passaggio milanese è obbligato per qualunque leader ambisca alla guida del Paese. Non tanto e non solo perché rappresenta simbolicamenteil cuore di quel Nord produttivoche si estende su tutta la Pianura padana, ma anche perché la vivacità culturale, sociale ed economica della città, la più proiettata sulla scena europea e internazionale, l’ha resa un baricentro o quantomeno untermometrodel cosiddetto voto moderato. Cosa ha ottenuto, su questo piano,la tre giorni di Giorgia Meloni nel capoluogo lombardo?Bisogna guardare agli obiettivi, prima che alle parole. Il principale era quello di mostrare che il maggiore difetto diFratelli d’Italiasul piano squisitamente politico, ossia l’assenza di una classe dirigente, è superabile. Il risultato è misto, ma forse non ci si poteva attendere di più. Se da una parte si vedel’embrione di un gruppo di intellettualid’area come Marcello Pera, Carlo Nordio, Giulio Tremonti e Luca Ricolfi, dall’altra resta l’inevitabile ancoraggio alla storia di questo partito, apparentemente breve, ma che porta con sé l’eredità del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi. Laparabola salvinianasembra dimostrare che le due cose sono difficili da mettere insieme: la svolta nazionale e sovranista ancora oggi crea mal di pancia e una continua tensione tra il vertice e le periferie ancorate alla storia della Lega (e che periferie! Lombardia e Veneto innanzitutto). Poi c’è lei,Meloni, il centro di tutto, con l’ambizione di andare a fare la presidente del Consigliocon o senza gli alleati di centrodestra. Sia il discorso con il quale ha dato il via ai lavori, sia quello di chiusura avevano un difetto fondamentale: parlavano quasi esclusivamente al “suo” popolo o al limite a quello di un Matteo Salvini che sembra sempre più fuori dai giochi. Se pure l’ineccepibile posizione pro Ucraina ha generatoun’apertura di creditoda parte di quelle classi dirigenti del Paese senza le quali non si governa, gli interventi – pur spogliati della retorica nazionalista – sono parsi molto rivolti alla costruzione a destra, più che al centro, soprattutto in tema di diritti, famiglia, immigrazione, vaccini, apertura al mercato. Lo sguardo è chiaramente rivolto aesperimenti politici controversiche hanno avuto un grande successo in altri Paesi europei, su tutti, ci pare di poter dire viste le parole d’ordine, quello dellaPolonia.

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