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Gli abusi online colpiscono i piccolissimi

 

I bambini vittime degli abusi su Internet non sono mai stati così piccoli. Lo rivela l’ultimoreportdell’Internet Watch Foundation, la no profit britannica che si occupa della sicurezza deiminoridal 1996. Secondo gli investigatori che hanno valutato più di 360.000 segnalazioni – una ogni minuto e mezzo che passava -, più di250.000 pagine webcontenevano immagini e video pedopornografici dibambiniunder 18. Si tratta delnumero più alto mai registratoda quando l’organizzazione è stata creata a Cambridge dall’imprenditore britannico Peter Dawe. Nel 2021, spiega Iwf sulsito, «siamo stati finanziati da più di 170 aziende globali e dall’Unione Europea», e «abbiamo accolto 27 nuovi membri provenienti da nove Paesi, inclusa la nostra prima presenza nel settore in Finlandia e nelle Filippine». L’aumento del 64% rispetto all’anno precedente è solo una delle novità di questo fenomeno sempre più diffuso online: l’ente ha riscontrato chei bambinidi età compresa tra i 3 e i 6 anni sono sempre più colpiti dai molestatori online, attraverso contenuti autogenerati. Si tratta di materiale realizzato tramite webcam o smartphone e distribuito, poi, su una serie di piattaforme:nell’arco di un mese, l’Iwf ha trovato ben51 immaginiche mostrano le zone intime dei bambini, dette“privates”. «In alcuni casi, i bambini vengonoadescati o ingannati per produrre e condividere un’immagine o un video sessuale di se stessi», ha spiegato l’Iwf al britannicoGuardian. «Le immagini sono scattate nelle loro camere da letto o in altre stanze dell’ambiente domestico, dove gli aggressori entrano virtualmente tramite le fotocamere delle vittime». Molti contenuti, quasi due terzi, erano duplicati, o mostravano gli stessi soggetti in circostanze diverse. «Èun fenomeno emergente, quello dei bambinicosì piccoliche subiscono abusi di questo genere. È la prima volta che abbiamo prodotto dati definitivi a riguardo», ha spiegato alGuardianSusieHargreaves, ceo dell’organizzazione. Si tratterebbe di un atteggiamento volto a soddisfare un pubblico che chiede loro di esibirsi, come in uno spettacolo: molti bambini ripresi sembrano guardare intensamente verso la fotocamera, «presumibilmente per leggere o visualizzare qualcosa e quindi replicarlo», secondo l’Iwf. Dei contenuti analizzati dagli investigatori,circa 182.000 erano materiale autoprodotto, in particolare dalla fascia d’etàdagli 11 ai 13 anni, a quota 148.000 segnalazioni. Fino a sei anni fa, spiega Hargreaves, «il materiale autogenerato cominciava a emergere come una minaccia. Ora non è solo un fenomeno regolare, ma è quello prevalente». Un aumento del 374%rispetto ai livelli pre-pandemia quando, nel 2019, gli analisti avevano rimosso solo 38.000 siti contenenti materiale autogenerato. L’organizzazione ha realizzatounvideoda mostrare ai più piccoli per metterli in guardiasui pericoli del web e tenerli al sicuro dagli abusi sessuali online, che spiega: “Dillo a qualcuno di cui ti fidi. Blocca. Denuncia”. Perché “your privatesare private”.

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