Non sa più come dirlo. Tanto che il segretario generale dell’OnuAntonio Guterres, nonostante le evidenze di un Pianeta devastato da ondate dicaloree eventi meteo estremi, è arrivato con una provocazione a parlare di una umanità ormai di fronte a un“sucidio collettivo”. Parole forti, ma necessarie per tentare di smuovere le coscienze prima del punto di non ritorno: «Metà dell’umanità si trova in una zona di pericolo, a causa di inondazioni,siccità,tempeste estreme e incendi.Nessuna nazione è immune. Eppure continuiamo ad alimentarela nostra dipendenza dai combustibili fossili» ha ribadito Guterres, preoccupato per il futuro della Terra durante un vertice in Germania insieme a 40 ministri riuniti alla conferenza internazionale “Petersberg Climate Dialogue”. Nell’incontro sono intervenute diverse autorità, tra cui la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock che in qualità di padrona di casa ha ricordato come «la crisi del clima è al momento ilpiù grande problema della sicurezzaper tutta le persone sulla Terra. Non ha frontiere. Perciò anche le risposte non devono averne». Le evidenze degli impatti della crisi climatica in questi giorni stanno portando a battere record surecord di caldo. Oltre agliincendi, in Europa le temperature estreme hanno toccato40 gradi persino nel Regno Unito, oppure in Francia, Spagna, Portogallo, Italia e sono giàcentinaia le vittime- soprattutto tra gli anziani – delle ondate di calore. «Voglio chiarire una cosa – precisa Guterres -il cambiamento climatico uccide: uccide le persone, come abbiamo visto; uccide anche il nostro ecosistema, la nostra biodiversità e distrugge anche le cose che ci stanno a cuore come la società, le nostre case, le nostre attività, il nostro bestiame. Abbiamo una scelta.Azione collettiva o suicidio collettivo.È nelle nostre mani». Concetti pronunciati mentre le fiamme colpiscono dal Vecchio Continente al Sud America, dove persino il sito di Machu Picchu in Perù è oggi minacciato dai roghi, dove la siccità devasta Europa centrale, Africa e Asia e in una condizione generale in cui le previsioni continuano a destare preoccupazione in vista di agosto, apochi mesi alla COP27 di novembre in Egitto. La sensazione, per il vertice delle Nazioni Unite che dovrebbe guidare un ulteriore sforzo nella lotta al surriscaldamento globale, è che la questione decarbonizzazione resterà ancora una volta ai margini tra guerra in Ucraina e aumento dei costi dell’energia: un ulteriore rinvio degli impegni e dei piani di contrasto all’emergenza clima, potrebbe davvero voler dire “sucidio collettivo” ricorda il segretario Onu.
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