Manca poco al traguardo delle50.000 firme. Già oltre 44.000 cittadini hanno firmato lapetizioneche inizia così:“Franceschini, ora basta, sblocca le rinnovabili! Caro ministro, a che gioco giochiamo?”. Si tratta di un appello lanciato suChange.orgda un gruppo di ambientalisti, cittadini, giornalisti, attivisti, chiamato “Cittadini per l’Italia rinnovabile” e che ha lo scopo di muovere realmente, e sbloccare dalla burocrazia, le acque torbide in cui sonoingolfati molti progetti relativi all’energie pulite. Come sappiamo, sia per combattere la crisi climatica sia per non dover dipendere da altri Paesi come fonti energetiche (vedi Russia), la partita delle energie rinnovabili in questo momento storico è estremamente importante. Nonostante dall’offshore eolico ai parchi solari ci siano tantissimi potenziali progetti in divenire,molti impiantirestano oggi bloccatida diversi “no” o rifiuti indicati a esempio dalle soprintendenze dei beni culturali, spesso perché queste opere rischiano di impattare, secondo altri cittadini che fanno ricorso, con il paesaggio e la cultura di determinati territori. Una serie di “no” che, come aveva denunciato ancheLegambiente in un suo report,tengono dunque “in scacco” le rinnovabili. Per questo motivo iCittadini per l’Italia rinnovabilehanno lanciato la petizione che veleggia verso l’obiettivo delle 50.000 firme,un appello consegnato oggi 22 aprile al ministro della Cultura Dario Franceschinia Roma, durante una manifestazione per le «energie della pace, del lavoro, della salute e per il clima», come sottolineano i promotori dell’iniziativa. Un tentativo di mostrare al dicastero che, oltre a coloro che si oppongono a determinati impianti, come itanti comitati “nimby” italiani(nimby sta per “not in my backyards”, non nel mio vicinato), ci sono ancheresidenti che quelle rinnovabili al contrario le auspicano. «Il nostro Paese dovrebbe installare perlomeno10 GW all’anno nei prossimi dieci anni per rispettare gli impegni internazionali sul clima.Impegni sempre più impellenti, a fronte degli allarmi ormai pressoché apocalittici condivisi da tutta la scienza mondiale, e delle conseguenze sempre più tangibili del cambiamento climatico: sull’agricoltura, sulle aree urbane, sulla salute pubblica, sul paesaggio stesso, che non verrà difeso, ma condannato,rallentando le energie pulite.Senza parlare dell’enorme tema dell’indipendenza e sicurezza energetica,in questi terribili tempi di guerra più che mai angosciante» si legge in un passaggio della petizione. «E nonostante tutto questosiamo invece fermi, ormai dal 2013, a meno di 1 GW all’anno, meno di un decimo del necessario, senza segnali di miglioramento.Ministro Franceschini, non vorrà mica dirci che tutti i progetti che il Suo Ministero tiene fermi sono tutti progetti distruttivi, inaccettabili, quando i milioni diimpianti rinnovabilidi cui pullula il Pianeta, operativi e funzionanti da anni, non hanno rovinato proprio niente?» «Solo qui in Italia sono destinati a essere un tale disastro,tanto da preferire il suicidio fossile, o il ritorno dell’energia nucleare? Nessuno crede che il responsabile di questa situazione sia soltanto Lei, ma è giunto il momento che tutti si assumano la propria parte di responsabilità, di frontead un cambiamento necessario e non rimandabile» scrivono i Cittadini. «La responsabilità di chi guida il Ministero dei Beni Culturali – chiosano – a nostro parere èchiudere per sempre questa guerra insensata, suicida, alla energie pulite,e inaugurareuna nuova stagione di collaborazione in positivo, incentrata su come si cambia il paesaggio, anche in coerenza con le convenzioni europee in materia, per costruire il nuovo paesaggio dellaTransizione ecologica, armonioso e degno di un Paese come il nostro, ricco di una Bellezza che non vogliamo perdere, ma che deve trasformarsi, ospitare e integrare le energie che possono salvarci dal disastro».
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