Le cure contro il cancro sono trattamenti complessi che implicano chemio o radioterapie e farmaci ricercati e all’avanguardia. Male piantepossono dare un contributo, aiutando le persone a sopravvivere più a lungo e migliorando la qualità della loro vita. Come riporta il britannicoGuardian, secondo gli scienziati la Natura avrebbe ancora molto da insegnarci sulla lotta alle malattie. La ricercatriceMelanie-Jayne Howes, che lavora nel complesso di serre e giardini dei Kew Gardens a Londra, ha spiegato che unfarmaco antitumoraledi nomepaclitaxelè stato sviluppato dall’albero di tasso del Pacifico, dell’ordine delle conifere. È un sempreverde diffuso in tutte le regioni dell’Europa, dell’Asia occidentale e dell’Africa settentrionale, ma il medicinale «si basava su unasostanza chimica esigua, e per svilupparloè stato necessario abbattere centinaia di alberi», ha spiegato Howes. E così, l’albero è stato classificato comespecie a rischio, nella categoria “quasi minacciato” – che secondo l’Unione Mondiale per la Conservazione della Naturaè a un passo dagli esemplari in pericolo di estinzione. I botanicihanno trovato una soluzione alternativa: «Un farmaco simile, in concentrazioni più elevate nel tasso comune, che produce molti meno danni ecologici, e che produce anch’esso il paclitaxel, utilizzato come trattamento per ilcancro alle ovaie e al seno. La ricerca di base e la comprensione della biologia vegetale hanno avuto un impatto chiave sulla terapia». La dottoressaSusan Short, professoressa di Oncologia clinica e Neuro-oncologia all’Università di Leeds, nel Regno Unito, sta conducendo una vastasperimentazionedellamedicina a base di cannabis Sativa– utilizzata per scopi terapeutici – per trattare pazienti che presentano forme aggressive di tumori al cervello e sclerosi multipla. «Ci sono molti tipi diversi e sottotipi di tumore che vengono scoperti continuamente, quindi abbiamo un bisogno costante di nuove idee e nuovi farmaci», ha spiegato Short. La sperimentazione del suo farmaco, che va somministrato comespray orale, ne valuterà l’impatto sulle persone sottoposte a chemioterapia standard: «Tratteremo i pazienti a cui i tumori cerebrali primari sono ricresciuti dopo i trattamenti consueti, per vedere se l’aggiunta di questo farmaco alla chemioterapia successiva aiuterà a tenerli in vita più a lungo e migliora la loro qualità di vita». La ricercatrice Howes, che esamina le piante e i semi trovati all’interno dei Kew Gardens proprio allo scopo di individuare nuovi farmaci e medicine, ha spiegato che è ormai chiaro chei trattamenti a vegetali svolgono un ruolo vitale nelle terapie contro il cancro: «Ancora oggi gli scienziati non sono in grado di sintetizzare determinati farmaci perché troppo complessi, per questo ci affidiamo ancora alle piante per i realizzare farmaci chiave contro i tumori». In passato ha contribuito alla realizzazione divinblastina e vincristina, due farmaci usati per trattare il linfoma di Hodgkin, che è un tumore del sistema linfatico, il melanoma e diversi altri tumori, oltre al diabete. Provengono dagli estratti dellapervinca del Madagascar, coltivata in tutto il mondo come pianta ornamentale. Gli estratti come quello che ha origine dalla pervinca vengono usati anche per altre patologie: lagalantamina, un estratto di bucaneve, serve a trattare la demenza, per esempio. E fu proprio la scoperta delle proprietà curative di un altro estratto,l’artemisinina, dall’assenzio,a far guadagnare nel 2015 unpremio Nobelper la medicina alla sua talent scout, la chimica cinese Tu Youyou: l’erba, usata nella medicina tradizionale cinese, è efficace nel trattamento della malaria. Questo aspetto terapeutico non può far altro che aumentare il rispetto verso la biodiversità e le naturali proprietà delle piante: abbiamo una scusa in più per proteggerle.
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