Categories: Diritti

L’election pass contro il virus dell’astensionismo

 

Da tempo siamo abituati a sentir parlare di Green Pass, ma non avevamo ancora incontrato l’ElectionPass. Si tratta di un certificato digitale che potrebbe sostituire le tessere elettorali cartacee odierne, e l’ispirazione è venuta proprio a partire dal certificato verde. La proposta è stata spiegata dalministro per i Rapporti con il ParlamentoFederico D’Incà, che ne ha parlato allapresentazionedel Libro Bianco“Per la partecipazione dei cittadini. Come ridurre l’astensionismo e favorire il voto”. D’Incà ha spiegato che è necessario attivarsi per trovarele motivazioni che spingono i cittadini a non partecipare alla vita pubblica. Un fenomeno in forte crescita, che nelle amministrative di ottobre 2021 si è tradotto inuna percentuale da record:54,69%. In vista dell’election day del 12 giugno, in cui si svolgerà il primo turno delle amministrative e il referendum sulla giustizia, sono state lanciate delle iniziative dalla commissione sull’astensionismo istituita da D’Incà e coordinata dal politico e accademico italiano, più volte ministro e sottosegretario,Franco Bassanini. Per indagare i motivi alla base di questa tendenza e proporre soluzioni e strumenti normativi volte a favorire la partecipazione dei cittadini ai momenti elettorali,la commissione di esperti nata a dicembre 2021ha svolto ilprimo studio dettagliato sulle cause dell’astensionismo. Il libro bianco, che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, tra le altre cose, su determinati fenomeni sociali,ha analizzato in 240 pagine e tre mesi di lavoro sia le motivazioni della non partecipazione volontaria, sia di quella involontaria: la prima vuole tradursi in uno strumento di protesta o di disinteresse dalla cosa pubblica, mentre la seconda si deve a problemi logistici o fisici. Secondo lo studio si tratta del16-18% degli aventi diritto al voto, categoria che comprende gli anziani con gravi difficoltà motorie (2,8 milioni secondo il libro bianco), coloro che lavorano o studiano lontano da casa, circa4,9 milioni di persone. Il comitato “Iovotofuorisede”,che dal 2008 si batte per una legge che garantisca e tuteli il diritto di voto dei cittadini che vivonolontano dalla loro residenza, spiega sul sito che «solo determinate categorie di lavoratori, come gli appartenenti a corpi militari, alle forze di polizia, ai vigili del fuoco e i naviganti (marittimi o aviatori), possono votare al di fuori del comune di residenza in occasione delle elezioni nazionali (politiche e referendum). Per tutti gli altri elettori sono previstesolo alcune agevolazioni sui costi di viaggiosostenuti per raggiungere il proprio comune di residenza». I costi rimangono comunque molto elevati. La situazione ha creato una forte disparità rispetto agli altri cittadini europei: «inSvizzera, inSpagnae inIrlandaè possibile votare per corrispondenza; inFranciae inBelgiosi può delegare il voto a un’altra persona; inDanimarcasi può votare in anticipo; inGermaniaè ammesso sia il voto per corrispondenza, sia in un altro seggio, neiPaesi Bassic’è la possibilità di delegare o di votare in un altro seggio». In Italia, comeriportato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,solo i cittadini italiani residenti all’esteropossono votareper postase iscritti alle liste elettorali. Così la commissione creata a hoc per combattere l’astensionismo ha studiato la formula delvoto anticipato, nei giorni precedenti all’electionday, in qualunque parte d’Italia, in uffici postali o comunali. Lacondizione necessaria per votare nei15 giorniche precedono la votazione sarebbe, secondo gli esperti, proprio ilpass elettorale. Come il green pass, potrà esserescaricato sul proprio smartphoneo stampato in carta e verrà verificato con una app creata a hoc, come quella usata dai ristoratori per controllare il certificato verde. Questa soluzione non solo potrebbe incentivare il voto e risolvere, così, le problematiche dell’astensionismo, ma anche evitare le file nel proprio Comune di residenza per recuperare la propria tessera elettorale. Il voto elettronico da remoto, in alternativa, avrebbe potuto esserefacilmente manipolabile o hackerabile,secondo l’ex professore di diritto costituzionale Bassanini. Ma c’è una commissione che se ne sta occupando. Ora, però, la palla passa al Parlamento.

Redazione

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