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Seveso. La Chernobyl d’Italia

 

Il 10 luglio 1976una nube bianca si alzanel debole vento che spira sopraSeveso, un paese a una manciata di chilometri da Milano. Proviene dal reattore A101,collocato nel reparto B dello stabilimento chimico Icmesa, la più piccola di una matrioska di società. Una controllata della Givaudan, azienda leader a livello mondiale nella produzione di aromi e fragranze. Quello fuoriuscito dalla fabbrica è triclorofenolo (TCDD)– un semilavorato fatto da cloro, che si usa come fungicida, glicoletilenico, che si usa come antigelo, e soda caustica, impiegata come disinfettante ospedaliero o come diserbante. Presto inizia a diffondersi in tutta l’area una puzza di gomma bruciata, mista a fogna. Che rende l’aria irrespirabile, infiamma i polmoni, brucia la gola, punge gli occhi e ustiona la pelle. L’erba si secca, le foglie di sgretolano,le cortecce degli alberi si sfaldano. Gli uccelli sono i primi animali a morire. Seguiti a ruota da galline, capre e mucche, che collassano a terra. I polmoni sono esplosi, liberando fiumi di sangue. Che fuoriescono da naso e bocca. «Le persone fanno fatica arendersi conto di quello che sta davvero succedendo. Pensano che non sia cambiato niente nella loro vita. Quando, invece, è cambiato tutto», racconta Massimo Polidoro, la voce narrante del podcast AudibleSeveso.La Chernobyld’Italia. Quello appena avvenuto a Seveso è infattiil più grande disastro chimico ambientale mai successo in Italia. Il secondo al mondo dopo Bhopal, in India. «La storia d’Italia è piena di episodiavvolti da una nebbia fitta e misteriosa, il cui alone biancastro sospende il tempo, annulla i panorami e sfuma i confini delle cose – racconta Polidoro – Lascia intuire la realtà ma non la rivela. E questo fa paura perché è al suo interno che proliferano bugie persino capaci di riscrivere la verità in un intreccio di cose non dette e altre che secondo alcuni sarebbe meglio non dire». Il podcast dedicato a Sevesoè un percorso sonoro in otto tappe, ciascuna da 50 minuti, che ricostruisce tutti i misteri, le ragioni segrete per tenere nascosta la verità ai cittadini e analizza il caso dei rifiuti mai smaltiti e della produzione di armi chimiche per scopi militari. Portando alla luceuna delle pagine più misteriose e infelici della nostra storia. Timingè titolo del primo episodio. «Abbiamo voluto sottolineare l’importanza di essere al momento giusto nel posto giusto – spiegano allaSvoltagli autori del podcast Matteo Liuzzi e Niccolò Martin – Ritrovare i documenti sul disastro di Seveso nel pieno di Mani Pulite è stato determinate». Il diritto di sapere, secondo capitolo del podcast, si riferisce invece ai dieci giorni successivi al disastro, quando i cittadini non erano aggiornati sui fatti. «Da quel momento si sono susseguite narrazioni frammentarie e non puntuali. La causa è da ricondurre alle istituzioni, che da una parte devono tutelare le persone, e se stesse, da questo problema e dall’altra vogliono scongiurare lo scoppio del panico. Il diritto di saper è quello che dobbiamo avere tutti nei riguardi della conoscenza, per essere autori del nostro destino». I primi i giorni dopo l’incidente, infatti, nessuno ha parlato di quello che era successo a Seveso.«I primi sono stati i cronisti locali, che hanno notato delle anomalie negli ospedali, a partire dai giornalisti delGiorno. Seveso è stato questo: un incidente, piccolo, avvenuto un sabato mattina come altri. Che però ha cambiato la storia dell’Italia e ha spinto a ripensare e disporre specifiche misure di sicurezza… L’incidente di Seveso è stato la scintilla che poi ha fatto fare un passo in avanti a una serie di diritti che hanno portato la Storia a un progresso civile nel nostro Paese. Da questo terribile fatto di cronaca nascono le direttive europeeSeveso I,Seveso II,Seveso III», ha sottolineato Matteo. Il male minoreè il momento della scelta. «Bisogna scegliere e questa è la più grande difficoltà per l’uomo. Davanti a una situazione complicata non ci si può permettere di scegliere per sbagliare». Una verità inutileè il momento in cui emerge e viene diffusa la notizia su tutti i giornali. «A quel punto, Seveso diventa un disastro ambientale. Eppure l’azienda continua a minimizzare, fare cordone, tamponare la situazione. Da questo momento si inizia davveroa capire l’entità del problema sprigionato». I giorni della vergognasegnano la svolta: «iniziano gli arresti e si fa strada la consapevolezza della formula “tutti sanno tutto”. Inizia a paventarsi la necessità di abbandonare Seveso. Andare via è l’unico modo per sopravvivere a questo incidente». Quando si parla dellafine dei sogni, ci si riferisce, appunto, alla necessità di andare via da Seveso perché la TCDD causa malformazioni. Si pone così il dramma delle donne incinte e si scatena il conflitto che nasce dall’ipotesi dell’aborto». «La fabbrica dei segretisi riferisce alla consapevolezza di affrontare la questione e il problema dei fusti e dei rifiuti originati a Seveso. Infine,la fabbrica delle bugie:le indagini e soprattutto l’archivio rivelano molto, grazie all’archivio nel Pirellone e la comparsa di cinque faldoni al Museo della Scienza e della Tecnica. Che forniscono ancora maggiori informazioni, anche in relazione ai legami tra l’Icmesa, la guerra chimica e dunque l’agent orange». «Mi ha colpito molto scoprire – ha raccontato Polidoro -la trascuratezza con cui sono stati gestiti lo smaltimento, il recupero di queste aree da parte di chi aveva più responsabilità, che sperava di cavarsela senza ripercussioni. Scampando anche al giudizio della storia, completamente dimenticata da tutti. Noi ne parliamo, la raccontiamo, la ricordiamo ma per tante persone sarà una novità assoluta». «Diventare consapevoli di quello che è accaduto a Sevesopuò spingerci a pretendere che incidenti del genere non si verifichino più. Pretendendo trasparenza e senso di responsabilità da chi gestisce queste situazioni. Abbiamo voluto accendere un riflettore, per ricordarci che questi incidenti non si verificano solo in Paesi lontani ma anche, di fatto, sotto casa. E che possono verificarsi ancora perché non è assolutamente vero che siamo in una situazione sicura, come a tanti farebbe piacere credere. Tanto più in un mondo così complesso e difficile come quello dove stiamo vivendo e dove il problema dei rifornimenti, come quelli energetici, pone una serie di interrogativi. Conoscere la storia di Seveso può fornire qualche strumento in più per prendere, finalmente, scelte sensate».

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