Prima l’autorizzazione poi il dietrofront e ladiscriminazione ingiustificata: nessuna donna iraniana tra gli spalti dello stadio di calcio Imam Reza nella città di Mashhad in occasione della partita Iran-Libano giocata lo scorso 29 marzo e valida per le qualificazioni mondiali. A impedire l’ingresso di una dozzina di donne, comprese quelle che avevano già acquistato il biglietto,le autorità iraniane, che, cometestimoniatosui social, avrebbero usato la forza e spray al peperoncino per allontanarle. «Le autorità iraniane hanno ripetutamente dimostrato di essere disposte a fare di tutto per imporre il loro divieto discriminatorio e crudele nei confronti delle donne che frequentano gli stadi di calcio – haaffermatoTaraSepehriFar, ricercatrice iraniana diHumanRightsWatch. Considerate le violazioni di lunga data delle autorità iraniane,la FIFAdeve seguire le proprie linee guida globali contro la discriminazione e dovrebbe prendere in considerazionel’applicazione di sanzioni per l’inadempienza dell’Iran». Dopo la denuncia della ONG internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, la Federcalcio iraniana ha rilasciato unadichiarazionesecondo cui le donne non sarebbero state ammesse allo stadio “per mancanza di preparazione” – nella nota veniva affermato che solo 9 donne avevano acquistato i biglietti. Anche Mohamad Jafar Montazeri, il procuratore generale del Paese, ha risposto dicendo chevendere i biglietti alle donne senza farle entrare nello stadio è inaccettabilee che le autorità dovrebbero scusarsi e risarcire le donne. L’agenzia di stampa statale della Repubblica islamica IRNA hariferitoche il presidente Ebrahim Raeesi ha ordinato al Ministero dell’Interno di indagare sull’accaduto. Ma senza aggiungere altro o fare promesse sul futuro. Dopo la rivoluzione islamica del 1979,alle donne iraniane è stato infatti negato l’accesso agli spalti, ufficialmente per proteggerle dalla maleducazione maschile. Sebbene il divieto non sia scritto in leggi o regolamenti, le autorità lo hanno applicato per decenni, conarresti, percosse, detenzione e abusi contro le tifose. La Fifa da anni chiede a Teheran di aprire gli stadi alle donne,permesso accordato in rarissime occasioni,e a un numero limitato tra il 2018 e il 2019 – dopo 40 anni,il match Iran-Cambogia disputato nel 2019, era stato il primo aperto alle donne. Nonostante quanto recita lostatutodella Fifa, secondo il qualela discriminazione in base al genere- che sottintende anche l’esclusione di donne e ragazze dagli stadi – è “severamente vietata e punibile con la sospensione o l’espulsione”, dall’ottobre 2019 il governo iraniano ha utilizzato diversetattiche per limitare il numero di donnea partecipare a eventi sportivi. Poi l’autorizzazione a gennaio di quest’anno ad assistere alla partita tra Iran e Iraq per le qualificazioni ai Mondiali 2022:su 10.000 biglietti, 2.000 erano stati riservati alle donne. Una vittoria durata ben poco e un ritorno che ha tutte le caratteristiche di essere simile al passato: guardare una semplice partita di calcio, in Iran, è ancora qualcosa riservata solo agli uomini.
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