In effetti, mancava solo l’Oscar tra i trofei vinti daLusia Harris, Lucy per gli amici,la regina del basketche si è spenta lo scorso 18 gennaio all’età di 66 anni. Il giovane regista canadeseBen Proudfootaveva deciso di raccontare con ilNew York Timesla sua storia leggendaria nel documentario uscito negli Stati Uniti a giugno 2021. Intitolato proprio “The Queen of Basketball”, poco più di 20 minuti che ripercorrono, attraverso la testimonianza di Lucy e le immagini del passato,la carriera della prima donnaa entrare nellaHall of Fameamericanae la prima giocatrice di basket a essere scelta al Draft da una squadra NBA nel 1977 – ilDraft NBA è un evento annuale dellaNational Basketball Association nel quale le 30 franchigie possono scegliere nuovi giocatori. Appena premiato comemiglior cortometraggio documentaristicoalla 94esima edizione degli Oscar,The Queen of Basketballintervalla il volto adulto e sorridente dell’atleta con le prodezze di quando andava a canestro a ogni partita. Inizia a giocare a basket da piccola, alla TY Fleming Elementary di Minter City, nel Mississippi, seguendo le orme dei fratelli e della sorella maggiore:decima di 11 figli, Lucy cresce in una comunità nera di periferia di Minter Cityda una famiglia di coltivatori di cotone – durante l’adolescenza, per aiutare i genitori, raccoglie cotone dopo la scuola. Ripercorrendo la sua vita, nel documentario,racconta come la passione per il basket l’abbia subito folgorata: «Rimanevo sveglia fino a notte fonda per guardare Bill Russell, Wilt Chamberlain, Kareem, Oscar Robertson, il mio preferito – ammette ridendo – e sentivo che mia madre mi diceva di andare a letto per non saltare la scuola il giorno successivo. Annuivo ma poi rimanevo lì a guardare». La scalata dalla tv al campionato universitario, all’inizio degli anni Settanta, è tutta nella storia della pallacanestro recente: con lei in campo, la squadra della Delta State University, con cui giocò 4 anni,vinse 109 partite e ne perse solo 6, conquistando 3 titoli consecutivi dell’AIAW National Championship. Nel 1977, quando i New Orleans Jazz la chiamano al settimo giro, diventala prima e unica a essere scelta ufficialmente al Draft da una squadra NBA- Harris non fece mai neanche un provino per la franchigia della Louisiana perché al tempo era incinta. Anche se la sua carriera NBA non si è mai concretizzata, il suo impatto sulla pallacanestro è stato enorme, firmando i primi punti della storia del torneo olimpico femminile nel 1976 e conquistando lamedaglia d’argento. Venne comunque inserita nella Hall of Fame di Springfield nel 1992 e qualche anno più tardi, nel 1999, nellaWomen’sHall of Fame. «Questo dimostra che la storia di Lucy Harris,dopo essere stata ignorata per 45 anni, ha davvero un significato profondo per gli Stati Uniti e per il mondo – ha dichiarato Proudfoot dopo aver ricevuto la notizia di aver vinto l’Oscar. Da una tranquilla cittadina del Mississippi al palcoscenico mondiale, Lucy Harris, la regina del basket, sarà sempre ai vertici. Il suo è un record che non verrà mai battuto».
Il meccanico ti ha spillato un conto da capogiro? Ma i pezzi li prende su…
Versare i contributi? Sembra ormai essere acqua passata, adesso l'INPS te li regala come un…
«A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole…
A poco più di un mese dagliStati Generali della Natalità, lasituazione demografica italiananon sembra…
Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. È questo il tema scelto quest’anno per la Giornata…
Una donna muore ogni due minuti per complicanzelegate al parto e alla gravidanza. Lo…