Tra Giove e Urano si colloca, con i suoi leggendari anelli – che gli sono valsi il soprannome letterario diSignore degli anelli, ispirato alla celebre saga tolkeniana – ilpianeta Saturno. È una massa perlopiùgassosa(95% idrogeno, 3% ossigeno), inospitale, flagellata da venti fortissimi e con temperature gelide che toccano i-186 °C, ma ciò che lo rende il pianeta più affascinante del Sistema Solare sono proprio iframmenti di polvere, ghiaccio e rocce, disposti in fasce circolari che lo cingono in tutto il suo diametro. Il primo ad accorgersi di quest’insolita caratteristica fu, nel1610, Galileo Galilei. Nell’osservare il pianeta, notò alcuni singolari rigonfiamenti laterali e secondo le fonti li definì“le orecchie di Saturno”. Oggi sappiamo che si tratta dipiccolissimi satellitiche possono avere le dimensioni di unapallina da tenniso arrivare a1 km di diametro. Tra i vari corpi celesti attorno a Saturno, anche18 lune, tra cui la più grande, battezzata col nome diTitano, supera addiritturale dimensioni di Mercurio. Purtroppo, una triste notizia per i fan del pianeta inanellato: Saturno èdestinato a perdere i suoi anelli. Ogni anno, le fasce di materia che lo circondanosi assottigliano gradualmente. Radiazioni solari e meteore interferiscono con le particelle che tendono a spostarsi a spirale in base alcampo magneticodel pianeta, e una volta raggiunta l’atmosferadi Saturno, vengono risucchiate verso il basso dalla forza di gravità. Nel2019, lasonda Cassini, spedita dallaNasaa osservare il fenomeno della cosiddetta“ring rain”- le precipitazioni di materiale all’altezza dell’equatore del pianeta – ha confermato lestimebasate sugli scatti e i rilevamenti delledue sonde Voyager negli anni ‘80. Entro 300 milioni di anni, il sistema di anelli si dissolverà completamente. Artefici del profondo mutamento nella fisionomia del pianeta saranno principalmente il campo gravitazionale e quello magnetico. “Questo significa che stiamo ammirando gli anelli di Saturno nel loro periodo di massimo splendore”, ha detto all’Atlantic,James O’Donoghue, scienziato della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. “Uno spettacolo magnifico che, dal nostro punto di vista, sembra immutabile, ma che nella prospettiva dell’Universo, è fugace”. Dalle immagini ravvicinate, infatti, è emerso che il sistema di anelli è moltopiù rarefatto del previsto, per lo piùcomposto da pulviscolo e particelle di ghiaccio e roccia che non superano le dimensioni di un granello di sale. Particolare che ha portato gli scienziati a ipotizzare che la formazione della struttura circolare sia molto più recente di quanto immaginato. Si pensava infatti che le cintura di satelliti e frammenti di materia attorno a Saturno fosse nata assieme al resto del Sistema Solare. Invece, sembrerebbe collocarsitra i 10 e i 100 milioni di anni fa. Il mistero non riguarda solo la datazione, ma anche le modalità. La comunità scientifica, infatti, non è concorde sul punto. Sarebbero 2 le teorie avanzate: potrebbe essere ilprodotto di un satellite del pianeta distrutto dalla collisione con una cometa o con un altro corpo celeste, oppure un avanzo di materia che non è riuscito ad assemblarsi con il resto, all’epoca in cui si formò Saturno (4,5 miliardi di anni fa). Questo secondo scenario, però, non coinciderebbe con la datazione ipotizzata grazie alle fotografie delle sonde. Pur non avendo alcuna ricaduta nella nostra quotidianità, scoprire che l’aspetto di Saturno non sarà sempre lo stesso, che un astro ai nostri occhi antichissimo e quasi eterno attraverserà dei cambiamenti e morirà, infonde un po’ di tristezza. Forse un giorno, quando gli anelli di Saturno saranno scomparsi, potrebbe generarsi un fenomeno simile,un fascio di anelli attorno a un altro pianeta. I nostri posteri, forse, lo scopriranno.
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