L’invasione della Russia in Ucrainasta mettendo in crisi anche l’economia circolaredi uno dei materiali più inquinanti al mondo,la plastica. Il conflitto ha infattiesasperato la crisi energetica, sta cominciando a creare seri problemi perl’approvvigionamento alimentare e delle materie primein Europa e nel mondo e per le sue conseguenze rende più complesso orail riciclo della plastica. Già oggi, nel globo,riusciamo ariciclare correttamente pochissima plastica:appena il 9%. La maggior parte finisce tra discariche e inceneritori e, quando mal gestita, si accumula in natura contribuendo a soffocare i nostri mari e mettere a rischio la vita di centinaia di specie. Per questo i tentativi di economia circolare e riciclo di materiali come il polietilene, fra i più presenti nei prodotti che consumiamo, sono fondamentali. Ora però, avvertePolieco, il Consorzio nazionale del riciclaggio dei rifiuti in polietilene, di questo passocon i rincari dell’energia legati alla guerradiverse imprese italiane impegnate nel riciclo sono a rischio chiusura. Già diversi giorni fa altre associazioni, come Assorimap e Unirima, avevano lanciato l’allarme. Adesso da Polieco spiegano che «i problemi delle imprese consorziate si sono acuiti fino a innalzare fortemente il rischio di chiusure che finirebbero per compromettere ulteriormente il settore – dice la direttrice, Claudia Salvestrini – Si tratta, nella maggioranza dei casi, di aziende energivore che già sostenevano costi altissimi pergarantire lo svolgimento dei propri processi, ma che oggi sonomesse in ginocchio dall’inflazione dei prezzi: per le imprese è diventato praticamente impossibile garantire la sostenibilità della produzione. Già abbiamo pochi impianti in Italia e questo per l’assenza di politiche industriali lungimiranti e per la scarsa incentivazione del settore, macon i rincari energetici si rischia davvero di aggravare la situazione». Nuovi ostacoli che si aggiungono a quelli già esistentinella lunga strada dellatransizione ecologicae della ricerca di fonti di energie pulite e sostenibili, ma anche in quella per una migliore gestione dei rifiuti, comparto che sta avendo sempre più carenze e difficoltà in questa fase proprio a causa delle ripercussioni del conflitto. Come chiosa Enrico Bobbio, presidente Polieco, «in rappresentanza delle nostre aziende consorziatechiediamo che si attuino politiche di accelerazione per una risoluzione immediata e concreta del problema, senza esitazioni o decisioni provvisorie con continui rinvii al futuro che alimentano incertezze devastanti per il mondo delle imprese. Si lavori subitoper la semplificazione degli iter autorizzativi e per incentivi economiciin grado di favorire ilricorso all’energia pulita, nonché per agevolazioni fiscali che possano permettere alle imprese di far fronte all’emergenza».
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