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Gli squali schiacciano pisolini tra un pasto e l’altro

 

Se il famigerato predatore della storica saga cinematograficaThe Shark, dopo aver attaccato il malcapitato surfista di turno, avesse schiacciato un pisolino, come avremmo reagito noi spettatori?Secondo una leggenda metropolitana, gli squali non dormono mai.Una credenza popolare curiosa, probabilmente a conferma dell’immaginario collettivo che descrive i pescecani come dei predatori famelici e perennemente in agguato. Al contrario, un recente studio condotto da un gruppo di ricerca australiano, coordinato dall’Università di Aucklande pubblicato sullarivistaBiology Lettersha rivelato che gli squalisi appisolanotra un pasto e l’altro, per recuperare le forze. Al di là delletestimonianze dei subacquei, non vi erano sino a ora prove concrete in merito al sonno degli animali più feroci della fauna marina. Esaminando la giornata tipo di una particolare specie di squalo, quellonotturno dal manto a scacchiera(Cephaloscyllium isabellum), lungo 1 metro, che popola le acque dell’Oceano Pacificovicino ai litorali dellaNuova Zelanda, il team di scienziati e scienziate è giunto a una scoperta interessante. Ha monitorato7 esemplari, ciascuno confinato nel proprio acquario,registrando i livelli di ossigeno nell’acquaal fine di valutare la velocità con cui i diversi pesci vi attingessero e il sistema metabolico di ciascuno. Dai dati raccolti emerge che iconsumi di ossigenoraggiungono ilivelli più elevatiquando gli squalinuotano attivamentee invece scendono durante le fasi di riposo: potrebbe trattarsi quindi di unespediente per mantenere i livelli di ossigeno bassi. In quel lasso di tempo, che dura di norma almeno5 minuti, i pesci rimangonoimmobili, inposizione orizzontale. Il tasso di assorbimento dell’ossigeno è in quei momenti1/3 rispetto a quello registrato durante la fase vigile e la metà di quello calcolato nel riposo. Secondo il team sarebbe una sorta di“modalità di risparmio energetico”. Dal momento che i vertebrati si sono evoluti e diversificati in rettili, uccelli e mammiferi,come riporta Science, anche le funzioni del sonno hanno seguito questa parabola evolutiva. Le fasi di un mammifero dormiente, per esempio, sono complesse e ben delineate (dormiveglia, fase rem, etc.), ma“la veglia è stata riscontrata anche in molti altri organismi, inclusi gli invertebrati: moscerini della frutta, vermi, meduse e idre”, afferma Amita Sehgal, neuroscienziata presso il Chronobiology and Sleep Institute della University of Pennsylvania: sembra quindi che non sia necessaria una vera attività cerebrale per innescare il sonno. Gli squali, a maggior ragione, potrebbero rivelareun modello alternativo di sonno. Meno concordi si è in merito alle sue funzioni: alcuni scienziati ritengono che serva esclusivamentea risparmiare energie, altri che possa avere scopi non molto dissimili da quelli del sonno umano, come ilconsolidamento della memoriae l’eliminazione delletossine dal sistema nervoso. Per esempio, pare che ilpesce zebra, che vive in acque dolci, attraversidue fasi distinte del sonno. La ricerca è ancora agli albori sul tema, occorre aspettare.

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