L’idea era di fermare l’obesità entro il 2025, ma l’obiettivo fissato dall’Oms non è mai stato più lontano di così. Nessun Paese del mondo, infatti, sembra essere sulla buona strada, anzi. Secondo l’ultimorapportoWorld Obesity Atlas, prodotto dalla World Obesity Federation,i tassi di obesità sono aumentati considerevolmente, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. E questa condizione, nei prossimi 8 anni, non farà altro che peggiorare:più di un miliardo di persone, su 8 miliardi totali, saranno obese entro il 2030. Si tratta deldoppiodel 2010. Dal 2019, la federazione World Obesity pubblica un documento annuale sull’obesità, completando i dati raccolti all’interno del World Obesity’s Global Obesity Observatory. Questi Atlanti – oggi siamo al quarto, appena pubblicato – hanno fornito proiezioni sull’obesità infantile e adulta,evidenziando quanto siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi globali dell’OMS. Secondo Johanna Ralston, ceo della federazione, i leader politici e sanitari dovrebbero essere a conoscenza della gravità della situazione,che potrebbe toccare una donna su 5 e un uomo su 7 entro il 2030. In cima alla classifica dei Paesi con il maggior numero di persone obese da qui a 8 anni, ci sonogli Stati Uniti, in cuila condizione probabilmente riguarderà circa il 47% della popolazione. Anchein Africa il dato triplicherà, e le donne saranno più colpite degli uomini:circa 74 milioni rispetto ai 27 milioni della popolazione maschile. «I numeri nel nostro rapporto sono scioccanti», ha spiegato Johanna Ralston, «ma ciò che è ancora più scioccante è quantosia stata inadeguata la nostra risposta. Ognuno ha undirittofondamentale allaprevenzione, al trattamento e all’accesso alle cure adattealle proprie esigenze.Ora è il momento di un’azione congiunta, decisa e incentrata sulle persone per invertire la tendenza sull’obesità». L’Africasta ancora affrontando alti tassi di malnutrizione, che rimane la piaga principale del continente: il mese scorso il World Food Programme ha denunciato checirca 13 milioni di persone nel Corno d’Africa si svegliano ogni giorno gravemente affamate, anche a causa della grave siccità che sta affrontando il Paese. Secondo la dottoressa Adelheid Onyango, dell’ufficio regionale dell’OMS per l’Africa, «Stiamo assistendo a uncambiamento nel consumo di diete dannose per la salute.Le politiche e i sistemi normativi sugli alimenti trasformati, ricchi di grassi e zuccherati, sono infatti deboli in molti Paesi del continente el’obesità ha un terreno fertile rispetto alle regioni più sviluppate, dove c’è più regolamentazione e consapevolezza pubblica». Secondo il World Obesity Atlas, che fa una stima degli Stati più preparati all’emergenza, svettano quelli ad alto reddito: cresce, così, lapreoccupazione per le popolazioni più vulnerabili, a basso e medio reddito. Inoltre,l’obesità è risultata uno dei principali fattori che contribuiscono alle morti per Covid-19. Lo aveva rivelato proprio laWorld Obesity Federationnel 2021: Paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Italia, dove più del 50% degli adulti è in sovrappeso, avevano le più alte percentuali di decessi legati al coronavirus. Secondo i dati dell’Oms,in Italia il 46% degli adulti è in sovrappeso, mentre 1 persona su 10 è obesa. La condizione colpisce di più i bambini,con 4 su 10 “fuori misura”.
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