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Come sono inclusive queste maps

 

Immaginate di aprire la mappa della vostra città e cercare una toilette pubblica pulita per cambiare un pannolino, un ambulatorio con i servizi per l’infanzia o una farmacia dove trovare la pillola del giorno dopo. Non una utopia ma l’idea di fondo dell’urbanistica di genere, per ripensare gli spazi pubblici. Intrecciare gli studi urbani con quelli di genere per vivere le città in modo diverso: ci hanno pensato due architette e ricercatrici urbane,Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, curando il progettoSex & the City, commissionato da Milano Urban Center, da cui è natoMilan Gender Atlas(edito da LetteraVentidue). Non solo uno studio per indagare le esigenze delle donne e delle minoranze nello spazio pubblico, maun atlante in grado di fornire alle amministrazioni gli strumenti teorici e praticiper elaborare politiche pubbliche più attente al genere. «Il presupposto di base» spiega aLa Svoltal’autrice diMilan Gender AtlasFlorencia Andreola, «è chele nostre città sono patriarcali perché sono state progettate dagli uomini per gli uomini». Non è facile sviluppare uno studio sull’urbanistica di genere in Italia, perché mai realizzato prima: «Abbiamo studiato testi spagnoli e anglosassoni, anche se poi la nostra lettura di genere è stata inedita» continua Florencia Andreola. «Il libro è analitico e non pratico,èunostrumento utile per poter immaginare politiche per la città in maniera concreta, per capire cosa manca per migliorarle». L’Atlante è uno stimolo per progettare contesti più inclusivi e attenti alle necessità di tutte le persone che abitano le città.Nell’analisi, sono state prese in considerazione anche la violenza e l’insicurezza fuori e dentro casa e glispazi legati alla vita quotidiana delle donne:i luoghi per l’allattamento sicuro, i servizi igienici pubblici, gli ascensori in metropolitana, le aree gioco, gli asili nido, le piazze aperte… Anche oggetti e arredi urbani possano aiutare nel concreto una donna in pericolo: l’iniziativaPanchine Rosse,coordinata dal Comune di Milano, ha proprio l’obiettivo di creare una cittadinanza attiva contro la cultura della violenza sulle donne: sulla panchina dipinta di rosso c’è il numero verde antiviolenza e stalking disegnato sopra. In una delle mappe, anche iconsultori familiari pubblici e privati, gli ospedali in cui è possibile praticare l’interruzione volontaria di gravidanza nella città di Milano. Una mappa che ricorda quella di “Obiezione Respinta”, un sito creato dall’Associazione “Non una di meno” per segnalare medici e farmacisti obiettori – e non – di coscienza presenti sul territorio italiano. Grazie anche alle segnalazioni degli utenti, che vengono verificate, è possibile leggere le informazioni di farmacie, ambulatori e consultori relativamente all’accesso alla pillola del giorno dopo o all’interruzione volontaria di gravidanza. Da un collettivo a un altro nel mondo:GeoCicas, nato nel 2017 a Città del Messico e che opera sulla piattaforma Open-StreetMap, èil più grande progetto collaborativo di mappatura delle zone urbane con un’attenzione a cosa è rilevante per le donne.Dall’ubicazione delle toilette pubbliche agli ambulatori, ai servizi per l’infanzia e alla maggiore sicurezza di alcuni percorsi rispetto ad altri. Tutto un altro modo di consultare una mappa e vivere la città, a misura di tuttə.

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