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La dura vita dell’orso polare

 

Oggi in tutto il mondo viene celebrato uno dei più grandi carnivori terrestri del Pianeta. Il suo nome scientifico è “Ursus maritimus” e, attualmente,rientra tra le specie a rischio di estinzione(è classificato con il grado di minaccia “vulnerabile”).La crisi climatica, infatti, sta distruggendo l’Artico, suo habitat naturale, mettendo in serio rischio la vita dell’animale. Stiamo parlando dell’orso polare di cui, secondo gli ultimi dati riportati dal WWF, rimangono circa 26 mila esemplari nelle regioni artiche. Uno studio, pubblicato a settembre dall’associazione scientifica Royal Society, ha rilevato chelo scioglimento del ghiaccio e della calotta artica ha provocato l’aumento della consanguineità tra gli orsi polari. Lo studio è stato condotto alleisole Svalbard, l’arcipelago norvegese delMare di Barents. «Abbiamo testato gli impatti genetici della scomparsa del ghiaccio marino sull’orso polare, campionati in due decenni (1995-2016) – si legge nello studio – I nostri risultati hanno rivelato unaperdita del 3-10% della diversità geneticadurante il periodo di ricerca». Questa consanguineità, a lungo andare, potrebbe portare a unaprole sterilee a unadifficoltà di resistenza alle malattie. Lo ha spiegato Simo Maduna (uno degli autori della ricerca) alla ABC News, definendo i risultati «allarmanti». Già nel 2020, in uno studio pubblicato suNature Climate Change, era stato posto il problema di unapossibile estinzione precoce degli orsi polarima, in questo caso,l’attenzione dei ricercatori si era focalizzata sulla mancanza di cibo. Secondo i risultati,lo scioglimento dei ghiacci costringerà l’animale ad affrontare viaggi sempre più lunghi in mare per procurarsi il cibo. In questa prospettiva, si è ipotizzato che la sopravvivenza degli orsi polari venga messa a rischio entro il 2100. Tra le organizzazioni che si occupano esclusivamente della difesa della specie e del suo habitat naturale, vi è laPolar Bears International, composta da un team di ambientalisti e scienziati. «Tenere al sicuro mamme e cuccioli, affrontando anche il problema del riscaldamento climatico,è una parte fondamentale del nostro lavoro» si legge sul sito dell’organizzazione. In occasione della giornata mondiale, la PBI sta raccogliendo fondi per sviluppare un nuovo strumento che permetta di mappare le tane degli orsi, al fine digarantire la protezione dell’area e la sicurezza delle madri e dei cuccioli.

Redazione

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