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Il paradosso Ue sul fois gras

 

Negli allevamenti dioche e anatregli animali vivono prevalentemente in gabbie a batteria, dove, fin dalla nascita, non hanno mai la possibilità di muoversi e aprire le ali. Questi volatili sono costretti per settimane a ingerire tramite un tubo forzatamente inserito in gola grandi quantità di cibo due o tre volte al giorno,allo scopo di indurre una degenerazione patologica del loro fegato, che cresce fino a più dieci volte la sua dimensione normale. Per il Parlamento europeo questa pratica rispetta il benessere animale.Il voto del 9 febbraio a Strasburgo si è espresso a favore di una pratica vietata in 22 Stati membri(tra cui l’Italia) e che l’Europa stessa stava da tempo tentando di lasciarsi alle spalle: l’alimentazione forzata per la produzione di foie gras. In particolare, gli eurodeputati hanno approvato unarelazione prodotta dall’eurodeputato francese Jérémy Decerle sul “benessere degli animali negli allevamenti”.Nonostante il nome, questo rapporto tradisce la reale tutela degli animali econdanna non solo centinaia di migliaia di oche e anatre alla sofferenza estrema dell’alimentazione forzata, ma anche pulcini maschi e anatroccoli appena nati all’interno degli allevamenti alla triturazione, in quanto considerati dall’industria del foie gras veri e propri scarti di produzione. Animal Equality e tante altre organizzazioni europee nei giorni precedenti al votoavevano chiesto a tutte le aree politiche di respingere completamente questa relazione, in quanto scientificamente infondata e controproducente,spiegando quanto fosse importante votare alcuni emendamenti e alcuni punti nel voto scorporato proposto dal gruppo Renew per evitare che anche la triturazione dei pulcini e delle oche e la pratica illegale dell’alimentazione forzata potessero essere associate al benessere animale. Ogni singolo studio scientifico indipendente (cioè non finanziato dall’industria del foie gras) nel mondo ha denunciato questa pratica come dannosa per gli animali e incompatibile con qualsiasi standard di benessere animale.In Italia, dove la produzione del foie gras è illegale dal 2007, chi viene sorpreso a usare questo metodo è soggetto a sanzioni pecuniarie e, in caso di reiterazione, alla sospensione dell’eserciziodell’allevamento da uno a tre mesi. Nonostante questo, a votare a favore della produzione del foie gras sono stati anchei deputati di Forza Italia, affossando qualunque emendamento e voto per parti separate che permettesse di escludere da una relazione comunque insoddisfacente almeno pratiche spietate e addirittura illegali in Italia. In particolare,per soli quattro voti sono stati approvati paragrafi che definiscono la produzione di foie gras rispettosa del benessere degli animalie dei loro parametri biologici. Nello specifico anche Silvio Berlusconi, Isabella Adinolfi e Fulvio Martusciello hanno votato contro la protezione animale, una decisione che quindi indica che il tema animali è uscito dalle loro agende. Al contrario invece si sono espressii deputati 5 Stelle e il deputato di AzioneCarlo Calenda, bocciando le parti del report che avrebbero giustificato la pratica dell’alimentazione forzata. Ancora meglio hanno fatto alcuni deputati dellaLega e i parlamentari del Partito Democratico,che hanno votato invece a favore di tutte le proposte che avrebbero permesso di modificare la risoluzione in chiave maggiormente positiva per il benessere animale, non solo per le parti relative al foie gras ma anche a quelle relative alla triturazione dei pulcini e delle anatre. Eleonora Evi, deputata dei Verdi, a questo proposito ha affermato: “È evidente che lo scopo principale diquesto rapporto privo di ambizionesia stato quello di ricordare alla Commissione i costi e i rischi che comporta l’innalzamento degli standard di benessere animale, invece che far luce sulle gravi mancanze della legislazione attuale”. L’industria del foie gras, insomma, ha ricevuto dal Parlamento Ue un assist pericoloso per gli animali e per la scienza che rischia di compromettere battaglie pluriennali contro una pratica che provoca solo sofferenza e tenta di assolvere gli allevamenti intensivi dalla violenza dei processi di produzione messi in campo. Alice Trombetta è direttrice esecutiva Animal Equality Italia

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