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Cresce la rappresentazione LGBTQ in tv

 

La scorsa settimana ci è giunta la notizia di come lepiattaforme di streaming cinesiabbiano censurato alcune scene della nota serie televisivaFriendsper i suoi riferimenti alla comunità LGBTQ e al sesso. Ma se in una parte del globo questi contenuti vengono condannati, in un’altra invece vengono celebrati. Come riporta l’organizzazione mondialeGLAADnel suo rapportoWhere We Are on TV,nella stagione 2021-2022 la sua rappresentazione all’interno delle serie streaming è aumentata. In prima posizione,Netflix. GLAAD, organizzazione di attivisti che da anni si batte per l’accettazione e la giusta rappresentazione della comunità LGBTQ, pubblica dal 2005 il report annualeWhere We Are on TV, che registra la presenza della comunità nell’industria televisiva. «Il rapporto analizza la diversità complessiva dei personaggi abituali delle serie in prima serata sulle reti broadcast ed esamina il numero dei personaggi LGBTQ nella programmazione via cavo in prima serata e nelle serie originali streaming», ha fatto sapere GLAAD il 17 febbraio, in occasione della pubblicazione del report della stagione 21-22. Tra le piattaforme streaming monitorate figurano Netflix, Amazon, Hulu, Apple TV+, Disney+, HBO Max, Paramount+ e Peacock. In totale sono stati358 i personaggi LGBTQ protagonisti dello schermonella programmazione originale delle otto piattaforme (245 abituali o fissi e 113 ricorrenti):tra tutti svetta Netflix, che ha portato in scena 155 personaggi tra abituali e ricorrenti. Sul podio anche la new entry HBO Max (con 71 personaggi rappresentati) e, a pari merito, Amazon e Hulu (entrambe con 36 personaggi). Non è però tutto rose e fiori per il colosso americano dello streaming. Nonostante i buoni risultati ottenuti per questa stagione da Netflix, GLAAD non ha taciuto riguardola vicenda suThe Closer, stand-up comedy scritta e interpretata dal comico Dave Chappelle, trasmessa lo scorso ottobre sulla piattaforma e accusata di transfobia. «Sarebbe ingannevole mettere in luce la programmazione inclusiva di Netflix senza essere anche chiari riguardo il danno che ha arrecato alla comunità nell’autunno passato insistendo nel dare al contenutoanti-LGBTQla portata e la legittimità della loro piattaforma e del brand», si legge nel report. Un’altra critica fatta da GLAAD, stavolta però a tutte le otto piattaforme, riguarda la non equa rappresentazione della comunità LGBTQ non bianca. Per quanto riguarda il resto della programmazione mediale, la ricerca ha identificato 141 personaggi LGBTQ (abituali e ricorrenti) nelle serie tv trasmesse in prima serata dalle reti broadcast, e 138 per la programmazione via cavo.Entrambi i trend sono risultati in aumento rispetto alla scorsa stagione.

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