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Massimo Rotundo: «Ho trovato la mia strada lasciando la satira politica»

 

A un certo punto, a poco più di 20 anni, Massimo Rotundo aveva vissuto, come tanti, l’incombenza di trovare lavoro. Lui, un po’ scanzonato, con una famiglia di condizioni modeste e una formazione artistica alle spalle,era finito sulle pagine della rubrica “Satyricon” diRepubblica, a realizzare vignette di satira politica.» Era un modo come un altro per guadagnare qualcosa ma, a dire il vero, la politica non faceva per lui. Leggeva tutto sommato con disinteresse le notizie sui quotidiani, cercando l’ispirazione per i suoi disegni. Ricavava cinque o sei idee, ne riusciva a vendere un paio.Corto Maltese, Saligari, Hemingway: anche le sue influenze letterarie erano distanti dal genere satirico e si traducevano, nel tempo libero, in tavole realiste, molto diverse dalle vignette per i giornali.In un certo senso, più sue. Così, alla fineaveva raccolto un po’ di coraggio, presentando alcuni dei suoi dipinti aLanciostory,rivista indipendente piuttosto nota. Non erano un granché i suoi primi lavori, ammette, eppure, a dispetto delle proprie aspettative, li avevano acquistati. Allora ne aveva portati altri, e anche quelli erano stati pubblicati. È stato lì che aveva intuito che la sua vita stava prendendola piega giusta. Le collaborazioni e i contatti con artisti emergenti dell’epoca, come Breccia e Barreiro, si rivelarono nel tempo un’incredibile occasione di crescita. Oggi Massimo Rotundo è un 65enne noto nell’ambiente artistico romano e non solo.Ha lo sguardo sereno, appagato, dietro gli occhiali dalla montatura rettangolare, i capelli brizzolati gli incorniciano un sorriso gentile, ma schietto. Pittore, fumettista, illustratore di talento,vanta una serie di collaborazioni importanti, tra cui quelle con Comic Art e Sergio Bonelli Editori per il fumetto Tex.Non si fa mancare neppure il cinema e il teatro, in particolare ha lavorato come sketch artist per il filmGangs of New Yorkdi Martin Scorsese. Dice di essere più vecchio, ma di disegnare molto meglio di prima, perché non ha mai smesso di apprendere e rinnovarsi. Ad aiutarlo sicuramentela Scuola romana dei fumetti, da lui fondata,dove ogni anno si confronta con centinaia di giovani studenti e le loro aspirazioni.

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