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L’Antartide sta diventando sempre più verde (e non è un bene)

 

Non è affatto un buon segno che anche uno dei luoghi più bianchi al mondo stia diventando verde. Quando pensiamo al sud del Pianeta, all’Antartide, lo immaginiamo spesso come un’infinita distesa di acqua e ghiaccio: negli ultimi anni, però, le pochepiante autoctone stanno crescendo sempre più velocemente, testimonianza dell’avanzata inesorabile deicambiamenti climatici. Un gruppo di ricercatori, fra cui diversi italiani, ha appena pubblicato suCurrent Biologyun paper in cui racconta propriocome sta cambiando la flora antartica. Due specie native in particolare,Deschampsia antarctica e Colobanthus quitensis, si stanno espandendo sempre più velocemente negli ultimi anni a causa delletemperature più elevate. Dal 2009 a oggi, l’espansione di queste specieè stata maggiore di quanto registrato negli ultimi 50 anni. Un dato impressionante. Gli scienziati dell’Università italiana dell’Insubria, in collaborazione con il British Antarctic Survey, hanno condotto esami e campionamenti sull’Isola di Signy, dove le due specie di piante vengono monitoratedal 1960. La ricerca ha portato alla scoperta di una strada tendenza: la prima specie si è diffusa cinque volte più velocemente tra il 2009 e il 2018 rispetto al periodo tra il 1960 e il 2009 mentre per la seconda l’incremento è stato di quasi 10 volte. In questa remota area del mondo, negli ultimi 10 anni, il riscaldamento estivo è aumentato da +0,02°C a +0,27°C ogni 12 mesi. «Gli ecosistemi terrestri antartici rispondono rapidamente a questi input climatici», ha spiegato alGuardianla ricercatrice italianaNicoletta Cannone. «Mi aspettavo un aumento della diffusione di queste piante ma non di tale portata. Stiamo ricevendo molteplici prove cheun cambiamento importante si sta verificando anche qui». I motivi dell’espansione di queste specie vegetali sono dovute tanto alsurriscaldamentoquanto alla minore presenza difocheche possono schiacciarle o rovinarle. Il vero problema sono però i dati relativi all’avanzata della crisi climatica: «I nostri risultati supportano l’ipotesi che il riscaldamento futuro innescherà cambiamenti significativi in questi fragili ecosistemi», sostengono gli esperti. Tra gli effetti del surriscaldamento e la conseguente diffusione delle piante,si assisterà anche a una maggiore acidità del suolo, cambiamento che a sua volta ne causerà altri, con ripercussioni su tutti gli ecosistemi. Inoltre, gli esperti temono chein caso di diffusione di piante aliene, quelle autoctone potrebbero essere compromesse, innescando una perdita irreversibile di fauna selvatica. «L’ingresso di specie aliene – chiosa Cannone -può indurre una drammatica perdita della biodiversitànativa dell’Antartide che ha richiesto milioni di anni di evoluzione e sopravvivenza. Oltretutto, il cambiamento della vegetazione comporterà uneffetto dominosull’intero biota degli ecosistemi terrestri».

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