La medicina rigenerativa sta ottenendo risultanti straordinari rispetto al trattamento per le lesioni al midollo spinale.“I primi passi sono stati un sogno”afferma Michel Roccati, che dopo un grave incidente in moto nel 2017 – un animale gli aveva tagliato improvvisamente la strada – era rimasto paralizzato. Lo scorso agosto ha subìto un intervento chirurgico:i medici hanno impiantato degli elettrodi lungo la colonna vertebrale del giovane.Superata la convalescenza post-operatoria, Michel ha iniziato il suo “addestramento”. “Dopo appena un giorno ho mosso i primi passi e nel giro di poco camminavo, sostenuto da un’imbracatura. Oggi sono autonomo”. La ricerca pubblicata in questi giorni apre spiragli sempre più concreti: la sperimentazioneha determinato un recupero completo della mobilità da parte di persone colpite da gravi paralisi.Lo studio, quello per il quale Michel Roccati si è proposto volontario, è apparso sulla rivistaNature Medicineed è stato condotto da un team di scienziati dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (EPFL) e del Centro Ospedaliero Universitario del Vaud a Losanna. Ha contribuito alle sperimentazioni anche Silvestro Micera, Professore di Ingegneria Biomedica presso la Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa ed Epfl. Il gruppo, guidato dagli scienziati Grégoire Courtine e Jocelyne Bloch, ha elaborato un sistema di stimolazione elettrica del midollo spinale tramite piastre a elettrodi. Laneuro-stimolazione midollaregià esisteva ed era in grado di apportare molti benefici ai pazienti, ma come spiegano gli scienziatiera una tecnica sviluppata negli anni ‘80 per alleviare il dolore cronico e non per curare le lesioni del midollo.Partendo dalla struttura degli stimolatori del midollo spinale, i ricercatori ne hanno elaborata una maggiormente adatta ai loro obiettivi. Dopodiché, è stato progettato un software necessario per attivare gli elettrodi e produrre movimenti che seguissero schemi prestabiliti come alzarsi in piedi e fare un passo. Una stimolazione di questo tipo potrebbe aiutare a rivitalizzare i nervi spinali. Nel giro di 4/6 mesi, tutti e 3 i pazienti volontari del programma sono stati in grado di camminare sul terreno usando solo un deambulatore per la stabilità. Rendere possibili anche solo brevi passeggiate avrebbe degli effetti importanti sulla vita di queste persone,comporterebbe una migliore attività cardiovascolare, un maggiore controllo dell’intestino e della vescica, una maggiore densità ossea e un minor rischio di lesioni da pressione dovute a una seduta prolungata. Utilizzando diversi modelli di stimolazione, i partecipanti sono riusciti a nuotare, ad andare in bicicletta e addirittura a portare a termini degli esercizi fisici specifici, come a esempio i piegamenti seduti in avanti: uno di loro è stato persino in grado di salire una scala. Ma non è chiaro se la stimolazione del midollo spinale possa ripristinare a lungo termine le capacità di movimento dei pazienti.Due fattori che potrebbero rivelarsi determinanti sono la gravità della lesione originale e il lasso di tempo intercorso tra l’incidente e l’inizio del trattamento. Per ora, inviare comandi al dispositivo è un po’ macchinoso. Gli utenti devono selezionare il movimento desiderato su un tablet, che invia i comandi Bluetooth a un trasmettitore allacciato attorno alla vita. Grazie poi a un “generatore di impulsi” impiantato nell’addome, gli elettrodi lungo la colonna vertebrale si attivano. Mala prossima generazione di dispositivi dovrebbe consentire agli utenti di attivare il generatore di impulsi impartendo comandi vocali a uno smartwatch, afferma Courtine, che è anche chief scientific officer della società di tecnologia medica ONWARD. Nel 2024, l’azienda intende testare questo nuovo sistema in uno studio clinico con un campione di 70/100 partecipanti.
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