Categories: Economia

La finanza è cool anche per le donne

 

Il divario di genere tocca anche la finanza. GammaDonna, l’associazione no-profit che da 20 anni sostiene e promuove la crescita delle imprenditrici per contribuire a uno sviluppo economico sostenibile per il Paese, dà il via al primo ciclo di Business Class aperto a tutti. «Non per dare un diploma in business administration, ma per fornire una visione d’insieme sulle opportunità che ci sono e che è bene conoscere» spiega la presidente Valentina Parenti. In un periodo storico che vede un ingresso massiccio di fondi europei «si rischia di perdere una grande occasione» continua Parenti. Il corso parte dalle esperienze concrete di imprenditrici di successo, che vengono invitate a raccontarsi in prima persona: la loro case history viene poi analizzata nel dettaglio da esperti di economia e finanza. Il ciclo prevede12 testimonianze imprenditoriali, con il coordinamento scientifico dell’economista Azzurra Rinaldi, per fronteggiare le difficoltà del presente e sfruttare le potenzialità del futuro. Le donne diFinance is Cool, l’evento che darà il via al ciclo dibusiness class, ce l’hanno fatta, hanno nome e cognome e portano con sé il proprio bagaglio di esperienze: si tratta di Vittoria Zanetti, co-founder ed executive director di Poke House, le Ceo Tatiana Rizzante di Reply, Valeria Sandei di Almawave, Chiara Rota di My Cooking Box, Marianna Chillau di Transactionale, Amelia Cuomo di Pasta Cuomo, la co-founder e managing director di Mipu Giulia Baccarin, la fondatrice e presidente di Quid Anna Fiscale, Giulia Giuffrè, board member & sustainability ambassador di Irritec, la fondatrice e art director di Gaia Segattini Knotwear, Gaia Segattini, l’amministratrice unica di Keyline Mariacristina Gribaudi. Con loro un ospite maschile, Gianluca Dettori, presidente di Italian Tech Alliance e presidente di Primo Ventures. Perchél’evento non è rivolto solo alle donne, ma a chiunque cerchi ispirazione e informazioni per utilizzare gli strumenti finanziari determinanti in questo momento storico per far nascere, crescere e sostenere un’impresa. Secondo la recenteindaginedella Banca d’Italia, il nostro Paese non è solo molto indietro sul livello di alfabetizzazione finanziaria, ma mostra anche un divario di genere in questo settore:tra il 2017 e il 2020 il divario rispetto alla conoscenza finanziaria è aumentato, con le donne sostanzialmente stabili e gli uomini in crescita. Se poi si considera la sottostima delle proprie conoscenze, le donne superano di gran lunga l’altro sesso, valutando le proprie competenze sotto la media. Secondo l’ultimorapportoEdufin 2021, a dimostrazione della maggiore fragilità delle donne, la quota di quante sono certe di non riuscire a far fronte – o probabilmente non riuscirebbero – a una spesa imprevista è di 9 punti percentuali più alta rispetto a quella degli uomini. «Si tratta di un problema culturale» spiega Valentina Parenti, che con Gamma Donna lavora a una rivoluzione in questo senso da 20 anni. Ci sono stati sviluppi? «L’evoluzione in positivo c’è stata, ma appena si fa un passo indietro è come ricominciare da capo.La pandemia ha dato una battuta d’arresto all’occupazione femminile, che era in crescita rispetto a quella maschile, perché le donne sono quelle che l’hanno subita di più.Noi ci occupiamo anche della casa e dei figli, più di molti mariti: ci credono delle acrobate, ma non lo siamo». Come sottolinea Milena Bordoni, wealth advisor e consulente finanziaria, una delle problematiche legate al lavoro femminile è l’indipendenza economica:«In Italia una donna su 2 non lavora, il che significa che dipende da un’altra persona – un uomo -. E una su tre non possiede un conto corrente».Questa dipendenza sfocia nella violenza economica, una delle più sottovalutate tra le violenze di genere. Non avere un reddito, infatti, significa non poter decidere per se stesse. L’educazione finanziaria serve anche a questo: non è solo un passaggio cruciale per l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, ma anche per le donne. E per conquistare l’indipendenza economica e ridurre il gender gap tra chi fa impresa.

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