Il 2021 è stato l’anno dei vulcani. Dei 1500 ancora attivi nel mondo, mediamente le eruzioni riguardano tra i 50 e i 60 all’anno: quest’anno si è andati sopra la media, arrivando a sfiorare quota 70. Fra le eruzioni più importanti e rovinose, ricordiamo quella del Cumbre Veja, nella Isole Canarie: quasi 750 edifici sono stati colpiti, di cui 656 sono andati praticamente distrutti. Un effetto causato dalla modalità d’eruzione, ovvero quella laterale, con lingue di lava che discendono dalle pareti del vulcano scendendo a valle. Un tipo di eruzione che spesso ha riguardato anche il “nostro” Etna, che quest’anno invece si è limitato a fenomeni di tipo sommitale, con grande produzione di cenere e lapilli: la prima causa poi molti problemi nel momenti in cui scende a terra, ma si tratta comunque di una situazione in qualche modo gestibile e non distruttiva. Tra le altre eruzioni importanti su base globale nell’anno appena passato ricordiamo quella del Nyiragongo in Congo, quella del Fagradalsfjall in Islanda, quella del Pacava in Guatemala, quella del Klyuchevskoy in Russia; ci sono stati poi anche fenomeni multipli, come a esempio Semeru e Singbung in Indonesia o il caso dell’Alaska, in cui addirittura tre vulcani differenti – Great Sitkin, Mount Pavlof e Semisopochnoi – hanno eruttato nello stesso momento.
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