Categories: Storie

Svolta President*, Susanna Camusso

 

Facciamo il punto della situazione. Manca poco all’elezione del Presidente della Repubblica. L’assemblea che lo vota è composta da 1009 membri, di cui 630 deputati, 321 senatori e 58 delegati regionali. Tra questi ultimi si contano solo 6 donne, poco più del 10% a conferma degli evidenti squilibri rappresentativi del panorama politico italiano, su tutti i livelli. Il rischio è che, ancora una volta, ci si limiti a sbandierare nomi più per slogan, che per una reale intenzione politica. Le candidate che per meriti e qualifiche potrebbero aspirare a una carica simile, però, sono tante.La proposta di oggi è Susanna Camusso: femminista, sindacalista e socialista. Segretaria generale della Cgil dal 2010 al 2019 e prima donna a capo di un sindacato in Italia. Ci mette piede per circostanze fortuite, all’università. Iscritta ad Archeologia alla Statale di Milano per amore della scoperta, un amore ideale e giovanile, conosce ben presto una passione molto più sanguigna e terrena: incontra per la prima volta la Federazione Lavoratori Metalmeccanici milanese durante il coordinamento delle 150 ore per il diritto allo studio che negli anni ‘70 veniva concesso agli operai. Quando le propongono di sostituire una collega che si era candidata alle amministrative, accetta. “La sostituzione è diventata una vita: 23 anni nei metalmeccanici”.Gli operai quando si ritrovano davanti lei, una ragazzina, sembrano incuriositi. In fabbrica qualcuno, di tanto in tanto, prova a chiedere: “Non potremmo avere un uomo?”. Nonostante qualche episodio però, la Camusso la ricorda come una stagione di cambiamento per le donne, così profonda da attecchire anche nel sindacato, considerato “un mondo tetro e maschile”.Nel tempo si guadagna credibilità e consensi, dal 1977 al 1997 è dirigente locale della Federazione Impiegati Operai Metallurgici milanese. Poi, nel 2001 viene eletta segretaria generale della CGIL della Lombardia e nel 2008 entra nella Segreteria nazionale. Nel 2010 diventa segretaria generale della CGIL con il 79,1% dei voti. A chi le chiede “E ora? Dopo il sindacato?”, lei risponde: “Ancora sindacato, il sindacato non si abbandona mai”.

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